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2014 NONANTOLA, SAGRA DEL BELSON...TRADIZIONE, PASSIONI, VOLONTARIATO... E SIMPATICI, ORIGINALI PERSONAGGI

Come ogni anno siamo partiti la domenica mattina per Nonantola...parcheggiata la macchina nella via della Pieve, di fianco alla Chiesa di S. Michele Arcangelo, siamo arrivati subito all'Abbazia di S. Silvestro, e subito si incontra il grande tendone del Belson...la gente è già in fila per acquistare il bensone vuoto o quello farcito di confettura adatta.
In fila anche noi per comprarne i due gusti.
Il Belsòn fa parte dei prodotti tradizionali tipici del modenese,, e da secoli è rimasto un dolce semplice, conosciuto in tutte le famiglie, fino agli anni del boom economico i dolci venivano preparati solo nelle occasioni solenni, religiose Nella sua storia rappresentava anche  un premio o un omaggio sia per le corporazioni dei mestieri, che nella vita religiosa.
La caratteristica di questa sagra è  l'articolata serie di "scene di vita" dal passato, gruppi e associazioni di mestieri antichi sono appunto il riferimento sociale di questo dolce tipico...
E a me piace camminare per piazze vie di Nonantola con una grande curiosità e voglia di informarmi...noto nel tempo il moltiplicarsi di queste associazioni, la passione per la ricerca nelle propriee famiglie, di oggetti usati nel passato, che ora acquistano una nuova importanza culturale...

Ho scattato un centinaio di fotografie, sarebbe lungo citare le postazioni dove mi sono soffermata con piacere, ho  dialogato con le persone che mostrvano una buona preparazione, da cui potevo apprendere particolari che non conoscevo.
Gli zuccherini vengono confezionati in grande velocità e  fatti cuocere per poi metterli in vendita!
Il banco dei "norcini", o salumai, che mostrano come si lavorano le carni suine, per ottenere i prodotti ottimi della nostra zona
salami, cotechini, salsiccia
arrotino,

la macina manuale per gli sfarinati da cereali

è il secondo anno che incontro il Gruppo di Calerno RE. che si dispone a tema, con uno o più "figuranti" che rappresentano un mestiere,  forniti di attrezzi e oggetti  con una certa cura...
e qui  imparo a conoscere ILVa, una abilissima "panettiera" che sul suo tagliere confeziona  quelle curiose forme fantasiose con la pasta del pane a fine lavorazione, quel contentino che si dava ai bambini che, svegliandosi più tardi, volevano pure loro partecipare alla operazione "pane della settimana", giocasndo e imparando a manipolare la pasta, ad arrotolare filoncini di pasta appiattiti, a "scimiottare" le abili mani delle nonne e mamme, nel confezionare i nostri tipici "pani intorti" 
ed ecco le forme che Ilva produce con le sue mani provate dalla lunga consuetudine con il lavoro...
trecce, fiori, animaletti, guarniti di frutta fresca, che poi i bambini vorranno acquistare e far cuocere a casa nel proprio forno
Io non icordavo queste forme  a casa mia, quando ancora si faceva il pane in casa e lo si cuoceva nel forno in muratura nel cortile



Ho davvero gioito di questo incontro simpatico e dimostrativo

Proseguo verso altri mestieri di questo Gruppo reggiano















Ho riportato solo in parte queste scenette ben costruite, con una certa  coreografia...il poco tempo a disposizione non ci ha permesso di approfondire di più anche altri angoli interessanti di questa bella manifestazione nonantolana
Pubblico senza rileggere, lo farò a mente più...riposata!
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