Passa ai contenuti principali

RISOTTO CON CAVOLO CAPPUCCIO ROSSO GIAPPONESE, PRIMO PIATTO PROFUMATO AL LIMONE, NON MANTECATO

La stagione porta frutti e ortaggi che  ci ispirano ricette salutari, nella semplicità e nella scelta di sapori  accattivanti, un po' lontani dal piatto classico, dal contenuto di grassi che è meglio evitare, quando si ha una certa età!

Cucino, utilizzando solo olio evo, , non eccessivo, e pure il limone sostituisce il vino, non termino la cottura con  burro e formaggio, ma lascio l'aspetto naturale, dove i sapori degli ingredienti, corretti dal succo del limone, sono delicati e leggeri.
Ho realizzato la versione vegetariana e quella  con pancetta coppata, che descrivo qui


Per tre porzioni abbondanti preparo questi pesi:

200  g  di riso integrale da coltura biologica


150  g circa di cipolla ramata tritata
 80  g   sedano tritato
3 cucchiai di olio
da stufare  leggermente in un tegame dal fondo pesante

 50   g  di pancetta coppata affettata, tagliuzzata

 180  g  di cappuccio rosso tagliato a striscioline, scartando le foglie esterne più dure
mezzo limone spruzzato sulle tre verdure , e stufare per alcuni minuti

Intanto portare a ebollizione un litro circa di acqua, compreso un bicchiere di brodo di pollo, che che mi era avanzato.
 Aggiungere il riso, mescolare e fare  insaporire nelle verdure, poi man mano versare il brodo bollente.
Cottura al dente,  impiattare subito, rimane lucido e sgranato

A noi piace molto! Il formaggio  va grattugiato sopra, se si desidera!

Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported License.


Commenti

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.