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Visualizzazione dei post da febbraio, 2008

da ALADINO, cous cous e dintorni

In questi giorni le belle ceramiche di Giorgia mi hanno richiamato altri decori, ad es.questa Tajine decorata. Sono stata convinta ad acquistarla non tanto dal lato estetico quanto dalla praticità, mi dà fiducia per l'igiene del materiale. Anche il fondo esterno ha quattro decori E' u na Tajine molto grande, capiente e per tutta la famiglia riunita serve proprio per un cous cous abbondante Ignoro la simbologia, essendo questo un prodotto industriale, come magari le nostre tognana o altro; quindi suggestioni di moderni stilisti del settore terraglie e altri piatti, con lo stesso disegno ma con un colore variato nei bordi Così vi mostro un ambiente gradevole, un ristorante non lontano da me, dal nome suggestivo, ma anche con una buona cucina Il profumato the alla menta, caldissimo è versato in genere dalla Signora, ma stavolta era un bel giovanotto il cous cous con le verdure accompagnato dalle salse e dalla harissa, piccantisima le salsiccette erano deliziose ...e il ve

Zuccherini nuziali (ricetta)

Alla fiera del Bensone a Nonantola, le donnine confezionano in piazza gli zuccherini zuccherini delle nonne della casa protetta (ricovero) Miei zuccherini comuni, per i nipotini Zuccherini nuziali del bolognese Ricetta famigliare, che si eseguiva per preparare le bomboniere per gli sposi. Sono stati sostituiti dai confetti di mandorla ricoperti di glassa di zucchero. Per circa due Kg di zuccherini: 800 g farina 200 g fecola di patate 5 uova 350 g burro liquefatto, freddo 450 g zucchero semolato 1 bustina di lievito per dolci scorza di 1 limone. Metodo dell'impasto della "Brazadèla dura" del Bolognese: Farina a fontana sul tagliere, setacciata con il lievito, uova, burro e zucchero scorza di limone grattugiata al centro, con la forchetta battere i liquidi, poi incorporare la farina, continuare con le mani, per ottenere un impasto abbastanza sodo. Si staccano dei pezzetti di pasta, si fanno dei bastoncini grossi come il dito mignolo, e avvolgendoli in punta del dito indi

...dal grano al pane...

La spiga e la falce manuale per la mietitura del grano tre tipi di farine italiane: grano duro, grano tenero, grano saraceno (che non è un cereale) un forno a legna nella struttura di servizio della fattoria Le grosse rosette di pane venivano conservate per la settimana nella cestona appesa al soffitto, nella camera dei nonni o dei genitori, nella famiglia patriarcale, lontano dalle mani degli ingordi! Un setaccio per le farine, di varia finezza. Il "mulino casalingo" per macinare piccoli quantitativi di grano: si ottenevano farine a tre finezze. Granatello e paletta per maneggiare le farine Madia classica del Bolognese: un grande incavo nella parte superiore consentiva l'impasto del pane settimanale; il tagliere di legno interposto sotto al coperchio serviva per impastare tutto, anche la "spòja" la sfoglia di farina e uovo per la pasta asciutta o da brodo l'interno della madia. Lì dentro veniva anche conservato il lievito o pa

PANE bianco di nonna ivana (ROSETTA)

Gli ingredienti secchi da rimescolare, prima di inserire i liquidi qui continuo con il gancio, per impastare a fondo Impasto nella impastatrice...che a questo punto è scoppiata...purtroppo, causa la pasta dura occorrente per questo pane. Il prossimo pane dovrò farlo interamente a mano! a lievitare, trattengo 150 g di impasto ha quasi triplicato in 90 minuti circa. Nel metodo antico la forma della rosetta veniva fatta prima della lievitazione, ma sempre dopo una gramolatura approfondita che aiutava la pasta a lievitare si fanno i pezzi con la pasta lievitata ogni pezzo di pasta viene arrotolato a fuso, schiacciato col mattarello quindi si avvolge dal lato stretto, a formare volute a spirale Da infornare, già oliato, anche la carta viene inumidita La mia rosetta della memoria, ralizzata con metodo diverso da quello tradizionale...non ho usato il lievito naturale, ma quello liofilizzato di birra. RICETTA accomodata ai gusti di oggi: 800 g farina 0 200 g farina tipo 1 di farro 2 bu

PANE di nonna ivana (La ROSETTA di Crevalcore)

Ho scelto tre farine che uso spesso ultimamente, la farina di grano tenero, di farro e di grano saraceno. Lievito secco. Impasto con l'impastatrice, incido a croce e lascio lievitare al calore del termo, coperto Ha raggiunto il raddoppio del suo volume. Lo reimpasto e separo i pezzi Quando ha raddoppiato separo sei pezzi e un settimo per il riporto e confeziono la rosetta della mia infanzia Le rosette vanno incise per la lunghezza Vanno spennellate con olio e acqua, in una teglia con carta da forno Sei rosette morbide e dal sapore deciso. La ricetta di oggi: 500 g farina 0 150 g farina di grano saraceno 150 g farina di farro tipo 1 macinato a pietra 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva 1 cucchiaio di sale 2 cucchiaini di zucchero 1 1/2 bustina lievito secco MF circa 400 ml di acqua tiepida 2 cucchiai di olio e 2 di acqua tiepida per spennellare le rosette Nella ciotola grande dell'impastatrice inserire le

da Carlo's

Il Sig. Mario, Egiziano-Bolognese, ci offre orgoglioso i piatti di mare! Una sottile spianata agli aromi, delicata, ci basta per aprire il pranzo! Risotto per gli amici Come primo ho gustato un piatto di linguine ai frutti di mare I signori uomini hanno ordinato la grigliata mista questa coda di rospo l'ho ordinata per me Un pranzo dal sapore di mare Oggi, domenica di febbraio, dopo un mattino avvolto nella nebbia, abbiamo avuto un sole abbastanza tiepido. Pochi chilometri e siamo arrivati da Carlo's. Non sapevamo che avevano cambiato gestione...un signore compito, simpatico, il titolare, ci ha accolto sorridente..e noi siamo stati soddisfatti sia per il cibo, che per la simpatia!!! Ho fotografato con piacere i piatti molto abbondanti e pure il Signor Mario, un Egiziano ora italiano a tutti gli effetti, e il pranzo è piacevolmente trascorso in allegria!

La Pieve di Sala Bolognese

E' in stile Romanico Lombardo ed è stata costruita nel 1096 su una chiesa del quarto secolo, a sua volta edificata sui resti di un tempio romano.La facciata è semplice, vi risalta la elegante bifora centrale; la porta è sormontata da un architrave in selenite e la lunetta incastonata nell'arco a tutto sesto, è un disegno geometrico formato da esagonette rosse e gialle in laterizio.Le lapidi a fianco testimoniano due date importanti, la antica che indica il 1096, come data di costruzione, l'altra del 1920, anno del restauro. Entriamo e la struttura basilicale, non molto grande, a tre navate, con due fila di colonne polistili, con l'ambone sulla sinistra che affianca la scalinata centrale del presbiterioe, ha un aspetto sobrio e armonioso; la luce soffusa del pomeriggio suscita una sensazione di pace, serenità ed accoglienza.Colori predominanti sono il rosso pietra e il grigio, che si alternano sia nella chiesa superiore che nella cripta.Nel presbiterio c'è un altar