...ritrovare vecchie ricette, non scritte, che ti vengono regalate sull'onda del ricordo.
Nelle Sagre paesane troviamo quegli stand curiosi di volontari "gastronomi" che ci offrono cibi antichi, che per la maggior parte della gente sono ormai sconosciuti.
Vediamo un paiolo fumante con la polenta per fare i PAPARUCC' o PAPARòT.Il profumo mi colpisce, il ricordo del piatto antico sulla tavola nella cucina grande della mia infanzia si risveglia in me e mi stimola a ritrovare la ricetta.
Martedì, giorno di mercato, le mie amiche ed io...e la storia dei Paparòt:
Se facessimo i paparot? Son sempre io che attacco!!!!
Marisa ha ancora la memoria bene allenata a ricordare, peccato che non sia sempre per filo e per segno.
Bisogna fare una piccola sosta al bar commercio, nella saletta appartata, ed io cerco di prendere appunti sul mio blocconote, frastornata dal vocio quasi insostenibile di tutte noi amiche e delle altre signore, che, come noi, vengono a gustare il caffè del martedì di mercato.
Il mio blocco a spirale è a quadretti, con la biro traccio le parole un po' alla rinfusa, riprendendo, scavalcando, scancellando con segnacci, per seguire l'andare del ricordo, che non è solo di Marisa, ma anche di Ivana e Anna, o pure di Ninì, che intercalano per aggiungere o variare qualcosa. Mi affanno anche a sollecitare una specie di logica consecutio della preparazione, visto che sembra, a loro parere, che tutto sia chiaro e plausibile, peccato che sia solo inespresso!!!!
Poi alla fine ci arrivo ad avere una traccia consistente di una ricetta, tirando le fila, arginando o approfondendo, incanalando o smontando....insomma una bella faticaccia.
Nessuna quindi farebbe gli stessi Paparot o Paparucc', quindi anche solo la denominazione è ambivalente.
Ma ricapitolo, praticamente metto in fila la ricetta corale:
Allora solo farina di granoturco, che tipo?
- Be' normale, il che vuol dire farina di mais fine e un po' di granicello, quella più grossolana..., fare bollire l'acqua nel paiuolo di rame, poi far cadere la farina a pioggia.....-
- Ma no, no, non nell'acqua, nel brodo della coppa di testa del maiale!!! - interviene di brutto Marisa.
- Quindi solo una volta o due all'anno si possono fare questi paparot??? - Chiedo subito io.
Mi guardano.... si mettono d'accordo:
-Be', si possono fare anche con solo l'acqua e anche in altre stagioni!!!-
Dieci minuti prima della fine della cottura, quasi un'ora, aggiungere il ragù.
Che tipo di ragù?
- Ma sì, ragù con la pasta fresca di salsiccia, con lardo fresco pestato con il coltello, niente odori, poi i fagioli, quelli borlotti freschi (ma allora come facevano a conservare quelli freschi? Ma no, erano quelli secchi, messi ammollo, poi bolliti!).
Ci va il pomodoro?
- No, non ci deve andare il pomodoro!!!
Si versano nel piatto e si mangiano così fumanti, morbidi, odorosi come una minestra...
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Continua su questa strada, tramandare i ricordi, vuol dire farli vivere per sempre.
ciao
il mio desiderio è rendere partecipi gli altri (ammesso che qualcuno legga!) delle cose che stanno sparendo...ma che con una piccola bacchetta magica, la curiosità, si possono riportare a noi!