Il Giorno dei Morti ci fa riandare con la mente alle persone del passato, alle famiglie originarie, e pure a quelli di cui scorgiamo pallide immagini su ceramica nella lunga serie di loculi, con freschi fiori in vasi e su lapidi lucidati, accanto ad altri dai fiori di plastica opachi di polvere e dimenticanza...
Al chiuso delle nostre case, all'imbrunire c'è ancora un nodo che tarda a sciogliersi, nella gola...
Il cibo è spesso un mezzo per allentare queste tensioni, a toglierci l'ansia e le paure, a ridonarci, nutrendo il corpo, una consolazione intima...un cibo di conforto, un cibo della tradizione, che raccoglie sapori e colori, che impegna noi stessi nel prepararlo, orientando la mente a percorsi dimenticati, a volti, a parole, vicissitudini che ci erano appartenuti...e ora rientrano per un attimo ad aleggiare nell'aria, ricreando una sensazione di compagnia e di affetto!
Ed è soltanto un erbazzone!!!
Un erbazzone che è uno scrigno profumato, che si trasfigura e ci trasfigura!
"Mi prendi il prezzemolo e la bieta dall'orto? Anche una cipolla, o forse è in cantina, e un uovo dal pollaio, un po' di lardo dal credenzino appeso in cantina..."
Questi comandi risuonano in una lontana eco...di momenti diversi, di occasioni diverse, nella grande cucina, laggiù in campagna!
Testo e immagini di ivanasetti
Ed ecco nel piatto ho posto le cose che avevo pronte, che non sapevo neppure che ci avrei fatto un erbazzone...un erbazzone mia maniera, assemblato sempre dalla disponibilità degli ingredenti...me li metto davanti e loro si ingegnano a suggerirmi e questo e quello, finché vedo chiaro quello che mi vogliono dire...e comincio ad eseguire!
Una cipolla stufata in padella con olio evo, foglie verdi di bieta lessati, strizzati, tagliuzzati, un po' di cicoria belga che avevo stufato, pure tagliuzzata, mortadella a fette, tagliuzzata, molto parmigiano reggiano 20 mesi, a julienne, due cucchiaini di prezzemolo tritatissimo dal frezer, un uovo
la pasta matta: 300 g. di farina che poi ho aggiuntato con un poco di più, e circa mezzo etto di olio evo, a occhio, sale e un mezzo cucchiaino da te di bicarbonato e qualche goccia di succo di limone
Va tirata molto sottile, avevo in totale 580 g di pasta totale e alla fine, lo scarto rimasto dalla torta finita per una teglia di 28 cm è stato di 270 g, quindi con circa 300 g, ho tirato due sfoglie, una più larga per il fondo, e una in misura per il sopra, sul quale ho ripiegato il bordo, ritagliato a un paio di cm, fissandolo con i rebbi della forchetta!
La farcia viene amalgamata bene assieme all'uovo con una forchetta, e condita con sale e pepe
Ricordare di forare con la forchetta sia il fondo che la superficie della torta...la pasta sarà croccantina, sottile e profumata con la spennellata d'olio
La cottura: 40 minuti a 180°C in forno ad aria. Si mangia calda, ma è buonissima anche tiepida e fredda. Il giorno dopo è buona, perché i sapori si fondono bene insieme
E' stata una cena piena di affetti e ricordi!
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported License.
Al chiuso delle nostre case, all'imbrunire c'è ancora un nodo che tarda a sciogliersi, nella gola...
Il cibo è spesso un mezzo per allentare queste tensioni, a toglierci l'ansia e le paure, a ridonarci, nutrendo il corpo, una consolazione intima...un cibo di conforto, un cibo della tradizione, che raccoglie sapori e colori, che impegna noi stessi nel prepararlo, orientando la mente a percorsi dimenticati, a volti, a parole, vicissitudini che ci erano appartenuti...e ora rientrano per un attimo ad aleggiare nell'aria, ricreando una sensazione di compagnia e di affetto!
Ed è soltanto un erbazzone!!!
Un erbazzone che è uno scrigno profumato, che si trasfigura e ci trasfigura!
"Mi prendi il prezzemolo e la bieta dall'orto? Anche una cipolla, o forse è in cantina, e un uovo dal pollaio, un po' di lardo dal credenzino appeso in cantina..."
Questi comandi risuonano in una lontana eco...di momenti diversi, di occasioni diverse, nella grande cucina, laggiù in campagna!
Testo e immagini di ivanasetti
Ed ecco nel piatto ho posto le cose che avevo pronte, che non sapevo neppure che ci avrei fatto un erbazzone...un erbazzone mia maniera, assemblato sempre dalla disponibilità degli ingredenti...me li metto davanti e loro si ingegnano a suggerirmi e questo e quello, finché vedo chiaro quello che mi vogliono dire...e comincio ad eseguire!
Una cipolla stufata in padella con olio evo, foglie verdi di bieta lessati, strizzati, tagliuzzati, un po' di cicoria belga che avevo stufato, pure tagliuzzata, mortadella a fette, tagliuzzata, molto parmigiano reggiano 20 mesi, a julienne, due cucchiaini di prezzemolo tritatissimo dal frezer, un uovo
la pasta matta: 300 g. di farina che poi ho aggiuntato con un poco di più, e circa mezzo etto di olio evo, a occhio, sale e un mezzo cucchiaino da te di bicarbonato e qualche goccia di succo di limone
Va tirata molto sottile, avevo in totale 580 g di pasta totale e alla fine, lo scarto rimasto dalla torta finita per una teglia di 28 cm è stato di 270 g, quindi con circa 300 g, ho tirato due sfoglie, una più larga per il fondo, e una in misura per il sopra, sul quale ho ripiegato il bordo, ritagliato a un paio di cm, fissandolo con i rebbi della forchetta!
La farcia viene amalgamata bene assieme all'uovo con una forchetta, e condita con sale e pepe
Ricordare di forare con la forchetta sia il fondo che la superficie della torta...la pasta sarà croccantina, sottile e profumata con la spennellata d'olio
La cottura: 40 minuti a 180°C in forno ad aria. Si mangia calda, ma è buonissima anche tiepida e fredda. Il giorno dopo è buona, perché i sapori si fondono bene insieme
E' stata una cena piena di affetti e ricordi!
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Commenti
Hugs from the chilly Pacific Northwest!
buongiorno Ivana...la mia è iniziata tempo fa e il buio regna...abbraccio da ponente stellato
Big hugs, honey...