Passa ai contenuti principali

INVOLTINI DI LONZA E MELANZANE AL MW E SALSA POMODORO, ideuzze di nonna ivana

Ho davanti la confezione di bistecchine di lonza, sono così facili, le metto sempre un po' a marinare in succo di limone, poi le passo sulla piastra...ma stavolta penso di applicarmi di più, il G. gradirà...e, visto che lui gradisce qualcosa di rosso nel piatto, nel frattempo che cuocciono gli involtini, preparo pure delle scaloppine di melanzana al pomodoro e origano!
Testo e immagini di ivanasetti
250   g  fettine di lonza, già marinate in poco limone
60     g  mortadella a fettine
40     g  parmigiano reggiano grattugiato a striscette
rametto di rosmarino, foglie di salvia, succo di limone, un cucchiaino di salamoia
olio e farina

Farcisco le fettine con formaggio e mortadella, li arrotolo e li fisso con degli stuzzicadenti.
Infarino bene gli otto involtini, scaldo in una padellina l'olio e vi rosolo gli involtini...


aggiungo le erbe, salamoia e spruzzo con mezzo limone, passo gli involtini in una padella pesante di inox, aggiungo acqua calda, porto a bollore, copro e lascio cuocere per una ventina di minuti. per asciugare il liquido, deve rimanere solo un fondo morbido legato con la farina.
 


Una grossa melanzana rotonda violetta, tagliata a fette di circa un cm...


cuocer le fette su un piatto di vetro, coperto da altro piatto, per 10' a 500W, lasciare riposare, scoperte, sono belle morbide, nel frattempo tritare bene un pomodoro e mezzo maturo, cuocere senza niente in padella antiaderente, farcire le fette di melanzane con la salsetta, cospargere con  origano secco, sale fino, pepe e pochissimo olio evo, gratinare nel forno ventilato a 180°C per 10-12 minuti dopo averle sistemate in uno strato in una teglia di Alu,
Ottime, non grasse, morbide, ma in forma, non si rattrappiscono!
Buona cena!


Il G. si è leccato...i baffi, e io ho fatto la scarpetta, il sughino con salvia, rosmarino, limone e farina è davvero saporito e delicato!
Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported License.
 






Commenti

Traveling Bells ha detto…
I will be right over for some of this!

Big hugs from soggy Georgia, honey...
ivana ha detto…
Thank you, Sandy!

Hugs!

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.