Colgo l'occasione in un post con una ricetta antica, che mi rasserena in questi giorni difficili, per salutare amici vicini e lontani, le carissime amiche affezionate da paesi stranieri, i visitatori silenti, ma frequenti che mi seguono, e ringrazio coloro che stanno partecipando col pensiero e il cuore alla nostra tragedia
Il cibo che un paio di volta la settimana costituiva la cena più prelibata era il pollodel cortile, poverino, fatto in padella, con il sughino da tocciare...
Prima di andare in campagna nella stagione bella, dalla piena estate all'autunno inoltrato, quando c'era il massimo dell'impegno sui campi, il babbo "tirava il collo" al galletto dell'annata, quello appunto destinato al nutrimento nostro, dalle carni saporite, non coriacee ( a parlarne adesso mi viene anche un po' di pena per quei sacrifici...ma la vita era quella, naturale e accettata), così la nonna, sostituita in casa mia da una zia anziana, lo metteva in opera...dopo aver dissanguato il povero pollo legato, appeso per i piedi per qualche tempo!
Sembra un modo barbaro...ma noi bambini non ci accorgevamo di questi riti, eravamo solo intenti a giocare a nascondino, a preparare aquiloni con l'aiuto dei più grandi, a sguazzare nelle pozzanghere a piedi nudi!
La sera, con un bel contorno di radicchio dell'orto, o di "cioccapiatto" cercato nei prati o dal ciglio dei fossi, avevamo davanti nel piatto un profumato "galletto in padella"
I pezzi erano sempre piuttosto piccoli, con parecchi ossi, ma il motto che si sentiva a tavola con quella cena era sempre:
"La carne migliore è quella attaccata all'osso"!
Infatti ci si leccava anche le dita, dopo aver succhiato minuziosamente attorno all'osso.
In questi giorni di tensione, ansia e preoccupazione, con il suolo che trema sotto i piedi, i muri che ondeggiano con le scosse, il maltepo alternato a giornate afose, io mi rintano in cucina a preparare qualcosa di semplice, non troppo impegnativo, ed economico... col sapore del ricordo!
Mi succede appunto che da una confezione di anteriori di pollo, nettati dai mozziconi di penne dalle ali, tagliati piccoli, come si deve in periodi di austerità, mi riesca un piatto di...conforto!
Bisogna strappare dalla mente in qualsiasi modo il timore di perdere improvvisamente la casa, di sapere figli e nipoti in difficoltà, di avere dei lutti, di perdere tutto...pesante la situazione, ma un po' di luce, di sorriso, di speranza si fa largo, e la vita è sostenibile!
Testo e immagini di ivanasetti
Tagliare in pezzi regolari, lavare e non asciugare, vanno messi in padella a "prenderci l'acqua", cioè rosolando finchè tutta l'umidità è uscita, in genere non occorre mettere altri grassi. Non avevo vino bianco disponibilequindi ho spruzzato un po' di succo di limone e quasi subito ho aggiunto due cucchiai di "conserva", cioè la passata di pomodoro casalinga diluita con un bicchiere di acqua calda!
Ho condito con un cucchiaino di salamoia bolognese dal vasetto, che si compra dappertutto qui da noi, e si lascia cuocere ancora per 30-40 minuti, coperto, fiamma bassa, controllare che ci sia umido sul fondo, solo alla fine lasciare evaporare, deve rimanere solo il rosso del pomodoro e il grasso sciolto del pollo.
E' una procedura collaudata da secoli, penso...qui modernizzata, non fatta in padella di rame sulla fiamma del focolare, ma in padella antiaderente, con pollo di allevamento, senza l'aiòn casalingo che si preparava con il rosmarino e il sale sulla battilarda.
Mangiando...pensavo al galletto nell'aia sacrificato alla nostra cena!
il TERREMOTO
Nascoste dalle piante nei vari angoli della periferia nei piccoli parchi comunali vedi le tende quasi mimetizzate degli sfollati ma anche di quelli che non hanno il coraggio di rimanere a dormire nella propria abitazione, anche se agibile...
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported License.
Il cibo che un paio di volta la settimana costituiva la cena più prelibata era il pollodel cortile, poverino, fatto in padella, con il sughino da tocciare...
Prima di andare in campagna nella stagione bella, dalla piena estate all'autunno inoltrato, quando c'era il massimo dell'impegno sui campi, il babbo "tirava il collo" al galletto dell'annata, quello appunto destinato al nutrimento nostro, dalle carni saporite, non coriacee ( a parlarne adesso mi viene anche un po' di pena per quei sacrifici...ma la vita era quella, naturale e accettata), così la nonna, sostituita in casa mia da una zia anziana, lo metteva in opera...dopo aver dissanguato il povero pollo legato, appeso per i piedi per qualche tempo!
Sembra un modo barbaro...ma noi bambini non ci accorgevamo di questi riti, eravamo solo intenti a giocare a nascondino, a preparare aquiloni con l'aiuto dei più grandi, a sguazzare nelle pozzanghere a piedi nudi!
La sera, con un bel contorno di radicchio dell'orto, o di "cioccapiatto" cercato nei prati o dal ciglio dei fossi, avevamo davanti nel piatto un profumato "galletto in padella"
I pezzi erano sempre piuttosto piccoli, con parecchi ossi, ma il motto che si sentiva a tavola con quella cena era sempre:
"La carne migliore è quella attaccata all'osso"!
Infatti ci si leccava anche le dita, dopo aver succhiato minuziosamente attorno all'osso.
In questi giorni di tensione, ansia e preoccupazione, con il suolo che trema sotto i piedi, i muri che ondeggiano con le scosse, il maltepo alternato a giornate afose, io mi rintano in cucina a preparare qualcosa di semplice, non troppo impegnativo, ed economico... col sapore del ricordo!
Mi succede appunto che da una confezione di anteriori di pollo, nettati dai mozziconi di penne dalle ali, tagliati piccoli, come si deve in periodi di austerità, mi riesca un piatto di...conforto!
Bisogna strappare dalla mente in qualsiasi modo il timore di perdere improvvisamente la casa, di sapere figli e nipoti in difficoltà, di avere dei lutti, di perdere tutto...pesante la situazione, ma un po' di luce, di sorriso, di speranza si fa largo, e la vita è sostenibile!
Testo e immagini di ivanasetti
Tagliare in pezzi regolari, lavare e non asciugare, vanno messi in padella a "prenderci l'acqua", cioè rosolando finchè tutta l'umidità è uscita, in genere non occorre mettere altri grassi. Non avevo vino bianco disponibilequindi ho spruzzato un po' di succo di limone e quasi subito ho aggiunto due cucchiai di "conserva", cioè la passata di pomodoro casalinga diluita con un bicchiere di acqua calda!
Ho condito con un cucchiaino di salamoia bolognese dal vasetto, che si compra dappertutto qui da noi, e si lascia cuocere ancora per 30-40 minuti, coperto, fiamma bassa, controllare che ci sia umido sul fondo, solo alla fine lasciare evaporare, deve rimanere solo il rosso del pomodoro e il grasso sciolto del pollo.
E' una procedura collaudata da secoli, penso...qui modernizzata, non fatta in padella di rame sulla fiamma del focolare, ma in padella antiaderente, con pollo di allevamento, senza l'aiòn casalingo che si preparava con il rosmarino e il sale sulla battilarda.
Mangiando...pensavo al galletto nell'aia sacrificato alla nostra cena!
il TERREMOTO
Nascoste dalle piante nei vari angoli della periferia nei piccoli parchi comunali vedi le tende quasi mimetizzate degli sfollati ma anche di quelli che non hanno il coraggio di rimanere a dormire nella propria abitazione, anche se agibile...
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Commenti
Cosa che farò domani.. siamo tornati tardi da Genova, ed ho conosciuto la signora Guidetti della Fefa.. Ti racconterò..
Buona notte! Un abbraccio
Adri
hope your town is progressing honey. i think of you so often!
smiles, bee
xoxoxoxoox
Blessings to you. Always good to read your updates.
Big hugs, honey...
Un abbraccio e buona giornata, Francesca
La ricetta somiglia pari pari a quella del pollo alla cacciatora di mia suocera, ancor più che a quella di mia mamma.
Ottimi entrambi, ma non uguali. Identico il principio della "carne attaccata all'osso". Me, mi prendevano in giro, addirittura, perché ( come dice G. ) lasciavo le ossa "calcinate": ripulite! Quando il pollo lo mangiavamo..
Oggi quasi non più: ma più che altro per ragioni ( forse pseudo-) etiche. Ma non è il caso di dilungarmi su questo argomento.. del resto la tua storia del galletto.. ( anche mio nonno aveva un pollaio, anche mio suocero aveva i coniglietti.. ) mi dice che capirai.
Dell'incontro con Giovanna Guidetti ( commossa e commovente ) ti racconterò via mail - se mi dici che la leggi - e sennò la prossima.. puntata. Le ho parlato di te, ed ha esclamato ammirata: -Ma allora è MODERNA!
Gli auguri e gli abbracci ti arrivano ormai in automatico, vero?
Ritieniti abbracciata, e con calore!
Alla prossima! Adri
anche la mia amica di Cavezzo è prostrata e anche lei ha fortunatamnete la casa.
Biosogna solo guardare avanti ed essere più forti delle avversità anche se questa è davvero grande.
Un abbraccio
Ludmilla
Hai ragione, le parole ora escono con una valenza nuova...
Cerco di rispondere a tutti, ma spesso sento come un impaccio, una ritrosia a descrivere ad altri i nostri problemi, ma penso sia anche necessario, per non lasciar cadere il tutto nel dimenticatoio...da soli non ce la faremo mai!
Un abbraccio!
Life and its daily moments, I hope we can get energy enough to build again
Have a lovely Thursday!
xoxoxoxo
We are awayting the President, we hope life can begin again!
Have a lovely Thursday!
xoxoxoxoxo
Sai che in questi giorni sto pensando alla fostra imminente fiera, sarete tutti presi da preparativi!
Noi avremmo dovuto preparare il Sessantiamo, dove avrei avuto il compito inerente la cucina...ma tutto saltato!
Buon pomeriggio, un abbraccio!
sì che mi interessa tantissimo il resoconto dell'incontro...aspetto la mail, leggo molto volentieri tutte le tue cose, sempre interessanti e legate anche ai miei interessi!
Un abbraccio, carissima!
Sì, a volte si vive come in trance, poi ci si risveglia, si reagisce, ma c'è da aspettarselo, che il pensiero non ci abbandonerà per molto tempo avvenire!
Grazie delle parole...
Un abbraccio!
We hope that it ends, but it's not sure, no one can know it!
Big hugs!
xoxoxoxoxo
Mi ci vuole un po' di tempo.. non so come, non riesco MAI a fare tutto come vorrei.
Vicino a te mi vergogno, ma.. insomma.. ci provo!
Un abbraccio e a prestissimo!
Adri
Buona notte, Francesca.
fai con comodo...e non vergognarti di nulla...sei in gamba e come!
Aspetto mail, quando ti capita!
Un abbraccio!
penso che non solo la nostra regione, ma l'<italia tutta debba essere triste per il disastro emiliano, era proprio un fiore all'occhiello, per l'industriosità e la fantasia!
Importante che ci si riprenda e si faccia una ricostruzione scevra da quelle pecche di avidità e corruzione che sono purtroppo fiorenti in periodi del genere!
Un abbraccio!
Un abbraccio!