In queste giornate di tristezza per gli eventi catastrofici in Giappone, ho rallentato la mia attività in cucina...il pane bianco però non deve mancare, mi viene la voglia di mettere le "mani in pasta", è come una consolazione che mi risolleva!!!
Non mi sento però contenta del risultato...mi convinco che anche le cose che manipoliamo risentono dello stato d'animo...
Nel mio modesto ma fido robot, preparo l'impasto quel tanto da compattare gli ingredienti, per poi passare la massa sul tavolo e a lavorarla con le mani...ecco, qui riconosco la pecca...non ho avuto costanza abbastanza, non ho eseguito una lunga gramolatura manuale, ho avuto fretta!
450 g farina 0 tre grazie
200 g circa un avanzo di semola rimacinata di Grano Duro
1 bustina di lievito di birra secco ar.pa
1 cucchiaino di zucchero
50 ml olio evo
1 1/2 cucchiaino di sale fino
Scioglere la polvere di lievito in un bichiere con zucchero e 100 ml di acqua tiepida.
Introdurre nella ciotola del robot le due farine e mescolarle a bassa velocità con il sale, quindi aggiungere il lievito quando è tutto sciolto e schiumoso, altra acqua tiepida, circa 250 ml, da avere una pasta soda, che si incorda alla parete
Ho lavorato l'impasto solo cinque minuti, l'ho chiuso in un sacchetto e messo in frigo per circa tre ore.
L'ho ripreso dal frigo e l'ho lavorato ancora un poco, ma ho notato che non reagiva nel modo solito, me lo sentivo come in contrasto con il mio movimento, né percepivo la sua anima pulsante sotto il palmo della mano!
Va be', sono mie impressioni particolari, perché fare il pane è un modo di continuare un sapere antico, quasi atavico...ne sono conscia e capisco quando questa operazione è dissonante.
Mi vengono alla mente le antiche superstizioni, la scelta della donna della famiglia che aveva il dono di una mano calda, che era nella grazia!
E nello stesso tempo, oggi, si è fatta ancora più sentire l'assenza di una mamma o di una nonna, che sapevano darti delle risposte, che ti mostravano, educavano, trasmettevano la loro scienza.
Sono io stessa una nonna da tempo...ma quando nei decenni, affascinati dall'illusione della modernità, del confort, dell'esotismo...abbiamo interrotto questo cordone con la tradizione...è difficile riesumare usanze e ripristinare abilità manuali...e soprattutto avere la sensibilità così viva per la preparazione del cibo.
Bando alla nostalgia!
Ho staccato dall'impasto, ancora sodo, una dozzina di pezzi, ho arrotolato a rosetta/ barilotto, ho inciso con una lama per il lungo a metà, e i panini si sono aperti bene, li ho oliati con un pennello con olio e acqua tiepida, coperti e lasciati riposare al caldo per circa un'ora, al caldo in cucina.
Ho scaldato il forno ad aria a 170-180°C, ho cotto per 25 minuti, quindi ho abbassato a 150-155° e finito di cuocere per altri 15 minuti.
Raffreddati, li ho messi in tre sacchetti, e conservati in freezer!
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported License.
Non mi sento però contenta del risultato...mi convinco che anche le cose che manipoliamo risentono dello stato d'animo...
Nel mio modesto ma fido robot, preparo l'impasto quel tanto da compattare gli ingredienti, per poi passare la massa sul tavolo e a lavorarla con le mani...ecco, qui riconosco la pecca...non ho avuto costanza abbastanza, non ho eseguito una lunga gramolatura manuale, ho avuto fretta!
450 g farina 0 tre grazie
200 g circa un avanzo di semola rimacinata di Grano Duro
1 bustina di lievito di birra secco ar.pa
1 cucchiaino di zucchero
50 ml olio evo
1 1/2 cucchiaino di sale fino
Scioglere la polvere di lievito in un bichiere con zucchero e 100 ml di acqua tiepida.
Introdurre nella ciotola del robot le due farine e mescolarle a bassa velocità con il sale, quindi aggiungere il lievito quando è tutto sciolto e schiumoso, altra acqua tiepida, circa 250 ml, da avere una pasta soda, che si incorda alla parete
Ho lavorato l'impasto solo cinque minuti, l'ho chiuso in un sacchetto e messo in frigo per circa tre ore.
L'ho ripreso dal frigo e l'ho lavorato ancora un poco, ma ho notato che non reagiva nel modo solito, me lo sentivo come in contrasto con il mio movimento, né percepivo la sua anima pulsante sotto il palmo della mano!
Va be', sono mie impressioni particolari, perché fare il pane è un modo di continuare un sapere antico, quasi atavico...ne sono conscia e capisco quando questa operazione è dissonante.
Mi vengono alla mente le antiche superstizioni, la scelta della donna della famiglia che aveva il dono di una mano calda, che era nella grazia!
E nello stesso tempo, oggi, si è fatta ancora più sentire l'assenza di una mamma o di una nonna, che sapevano darti delle risposte, che ti mostravano, educavano, trasmettevano la loro scienza.
Sono io stessa una nonna da tempo...ma quando nei decenni, affascinati dall'illusione della modernità, del confort, dell'esotismo...abbiamo interrotto questo cordone con la tradizione...è difficile riesumare usanze e ripristinare abilità manuali...e soprattutto avere la sensibilità così viva per la preparazione del cibo.
Bando alla nostalgia!
Ho staccato dall'impasto, ancora sodo, una dozzina di pezzi, ho arrotolato a rosetta/ barilotto, ho inciso con una lama per il lungo a metà, e i panini si sono aperti bene, li ho oliati con un pennello con olio e acqua tiepida, coperti e lasciati riposare al caldo per circa un'ora, al caldo in cucina.
Ho scaldato il forno ad aria a 170-180°C, ho cotto per 25 minuti, quindi ho abbassato a 150-155° e finito di cuocere per altri 15 minuti.
Raffreddati, li ho messi in tre sacchetti, e conservati in freezer!
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Commenti
hugs, bee
xoxoxoxoxoxo
I feel that, the days are a bit strange and my works don't run well!!!
I hope that Sarge is feeling better!
Have a lovely Wednesday!!!
Hugs!!!
xoxoxoxoxoxoxo
Speriamo che i tempi trovino una soluzione umana al tutto!!!
Un abbraccio dalla pioggia di Levante!!!
Have a lovely Wednesday!!!
We all have days like this.
Sending big hugs, honey...
Thank you....the words cannot explain the deep pain we feel in these days!!!
Big hugs!!!!
xoxoxoxo
sarai anche stata di umore non ottimale, però uno di quei barilini lì lo vedrei bene a fare da pigiamino ad una fetta di salame alta mezzo dito!
Dopo cerco se in qualche ricetta precedente hai scritto come si forma il barilino, se no ritorno a chiedertelo che domani mi sa tanto che accendo il mio fornetto a legna... :-)
Ciao!
Tlaz
Beato te che hai il forno a legna!!!
Ma ormai io ho abbandonato l'idea...vado avanti solo col mio solito!
Vedrai che nel "sacco di pane e dintorni" trovi qualcosa, se hai la pazienza di scorrere il rullo di una quarantina di ricette di pane....io non mi rileggo mai...vado a raglio, come viene viene, magari faccio delle varianti di metodo e di ingredienti, curiosa di vedere cme va a finire...non male direi, o almeno io sono di "bocca buona" e mi piace qualsiasi cosa...non è proprio da buongustaio, ma da curiosa dell'avventura gustativa!!!
Va be' mi sai dire...non dimenticare, come faccio io tutte le volte, di tenere da parte il riporto!!!
Buona notte!!!