Passa ai contenuti principali

MATSUSAKA / JAPAN

Higashi Kishie?
Chosei?
Fifties!!!!!

Commenti

ivana ha detto…
Ciao Chamki!!!!

Peccato, non ho ancora avuto il piacere di conoscere la cucina giapponese...visto che i miei piatti "esotici" (anche a 100 km da me!!!) sono fatti nella mia cucina solo dopo l'assaggio, la conoscenza approfondita sul posto...e il Giappone è troppo lontano!!!E ho perso l'occasione di andarci , diciamo, più di mezzo secolo fa!
Allora al ginnasio l'insegnante d'inglese dava a noi studenti la possibilità di comunicare con coetanei in tutto il mondo, praticamente il FB di allora e io avevo amici da tutte le parti!!!!

Buona giornata a te!!!!
angela ha detto…
Ciao, io non amo particolarmente la cucina giapponese, mia figlia invece ne va matta, le piace il pesce crudo! La cucina cinese a mio avviso, è superiore. Cinese si fa per dire, la più nota è la cantonese ed è molto raffinata. Sono maestri nelle fritture di tutti i tipi : dalle verdure al gelato. Se ti dovesse capitare un buon ristorante cinese (ma proprio buono)non lasciartelo scappare sono sicura che ti piacerà. Un caro saluto
Angela
ivana ha detto…
Ciao Angela!!
Qui non sto parlando di cucina giapponese...
E' difficile trovare all'estero buoni ristoranti originali, perché subiscono degli adeguamenti al gusto del posto; quindi mi sono poco lanciata a frequentare ristoranti etnici in Italia!!!
Quando andrò in quei posti...conoscerò quella reale della gente! (ha...ha...ti figuri che vado a curiosare nelle cucine delle famiglie giapponesi?)
Ad ogni modo mio cognato soggiornava spesso in Giappone e qualche cosa potrei realizzare...ma mi manca il tempo!!!!

Buona serata!
Un abbraccio!!!
Dida ha detto…
Hai ragione Ivana, per apprezzare una vera cucina etnica occorre andare sul posto. Quando sono stata in Cina ho capito cosa è la vera cucina cinese, diversissima da quella che si mangia all'estero e molto, molto più buona. Altrettanti dicasi per la cucina messicana o indonesiana. Potrei farti tanti altri esempi ma il mio parere è questo. Ho provato a cercare di riprodurre le varie cucine dei paesi che ho visitato usando ricette carpite ai locali ma mi mancano gli ingredienti giusti, specialmente le verdure. Pazienza, continuo a mangiare italiano in Italia e ovviamente locale nei paesi stranieri che visito.
ivana ha detto…
Grazie Dida,
proprio questa è la mia "filosofia", vale la pena conservare la propria cucina e poi andare a conoscere quelle esotiche, se possibile proprio nel posto, dove gli ingredienti crescono, vengono preparati secondo usanze tradizionali!Il fatto di essere vissuta molti anni all'estero, e a contatto con varie etnie, ho potuto capire come la ricchezza stia nel conservare la propria originalità...c'è tanto da scoprire, persino nella cucina della famiglia che ti abita accanto!!!
Va be', spesso sono parecchio ingenua...ma con la mia età ormai poco ho da spaziare in ciò che è lontano!!!
Un abbraccio!!!!
(Metterò la mia foto con il kimono, a questo punto e se la trovo...il messaggio è parecchio lontano nel tempo!!!!)
Jessie Ricetta ha detto…
Cara nonna, dal basso della mia inesperienza mi permetto di suggerirti di dare una chance alla cucina giapponese: è buona, ma buona buona, e lo è anche in alcuni selezionati ristoranti qui in Italia. *Molto* selezionati: si contano sulle dita di una mano, ed è difficile trovarli nell'inflazione di locali cinogiapponesi. Io ne ho provati diversi a spasso per Italia ed Europa, e qui da noi secondo me il migliore resta Hamasei a Roma: cucina molto tradizionale, ingredienti freschissimi, esecuzione impeccabile - e un conto da causare un infarto al portafogli, ma una tantum ne vale davvero la pena. Il mio amato bene, che di cucina giapponese se ne intende avendola gustata pure sul posto (il malefico si è imparato l'ostica lingua locale da solo, e ha ben pensato di risciacquare i panni sul Monte Fuji con un soggiorno qualche tempo fa), dice che Hamasei non fa rimpiangere i ristoranti del Sole Levante. Qualora ti capitasse di fare una capatina nell'Urbe...
Baci (anche dal succitato amato bene filonipponico, il quale mi dice di riportare quanto segue: conta l'età della mente, non quella anagrafica)
Jessie
ivana ha detto…
Ciao Jessie!
Mica sono contro la cucina giapponese, ci mancherebbe...
Ma io non mi lancio in scopiazzature, perchè amo conoscere bene un piatto prima di riprodurlo!
Ma il post non riguarda affatto la cucina!!!!
E amici giapponesi sono spesso a casa da mia cognata a mangiare...italiano!!!
Salutami anche il tuo lui!!!
Buona serata!!!

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra...

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir...

PLATESSA al MICROONDE!!!

Il microonde è un elettrodomestico che mi piace sempre di più, sia a pranzo che a cena mi sono preparata due piatti semplici, simpatici...me lo dico da me stessa, ma in fondo anche il G. gradisce! Una confezione di platesse surgelate coop,  sono 6 filetti, per il pranzo delle Ceneri. Non sono molto amante dei pesci così delicati, piatti da malatini, mi ricordano le infinite volte che si preparano per bambini inappetenti, che poi lo diventano ancora di più! Nella padella si sbriciolano, non sai come voltarli, o ci fai una tale impanatura...che poi mangi solo pane bruciacchiato! O sono io che non so trattarli!  Stavolta invece ecco come ho fatto! Testo e immagini di ivanasetti 6  filetti di platessa scongelati, tenuti in un po' d'acqua e limone, poi asciugati 1  pomodoro maturo sodo e grande, tagliato a fette di pochi millimetri 1/2  limone, succo 2  cucchiaini di prezzemolo secco 2  cucchiaini di salamoia bolognese 2+2  cucchiai di ...