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PANE ROSETTA di nonna ivana, con FARRO

Ieri ho preparato il mio pane settimanale, questa volta ho replicato la nostra rosetta tradizionale con un cereale, che non appartiene alla mia tradizione, il FARRO, avendone in casa una rimanenza da utilizzare!




180  g  farina Farro integrale
470  g  Organic Strong White Bread Flour 
60    g  olio extra vergine oliva
20    g  lievito di birra fresco + 1 cucchiaino di zucchero
acqua tiepida q.b + 2  cucchiaini di sale fino


Preparare un impasto sodo, io uso il b....n 750, robot, ma poi lo lavoro molto bene a mano, finché non sento la pasta lievitare sotto le mani.
Mettere l'impasto in un sacchetto da freezer e tenerlo in frigorifero per circa tre ore e mezza, riprendere l'impasto e lavorarlo quel tanto da ridare elasticità, staccare sette pezzi uguali e procedere a sfogliarli e arrotolarli.


aggiustare le rosette nella teglia oliata, incidere la parte alta del rotolo,


lasciare lievitare coperto bene, al caldo, per quarantacinque minuti.
Infornare a 190°C ventilato, dopo venti minuti abbassare a 155°C per altri venti-25 minuti.

E' croccante, ed ha una mollica soffice e asciutta, fine!
E' il pane della mia memoria, come ripeto tante volte, un pane di nicchia, parente stretto del Pane Ferrarese!
Ogni volta ricordo la madia dove si impastava e la gramola enorme in cantina che serviva per lavorare l'impasto.




Licenza Creative Commons
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Commenti

MANU ha detto…
Salve nonna Ivana,sono passata x un salutino.Ma questi pezzi di antiquariato li hai ancora tu? Sono bellissimi!Un abbraccio da Manuela
ivana ha detto…
Ciao Manu!!!
Non da me, ma da mia sorella, in campagna!
Grazie, sei sempre gentile!!!!
Un abbraccio!!!
Traveling Bells ha detto…
Ciao Ivana!

More yummy looking bread. I would love some of this. I do like bread with lots of grains in it. With butter. Oh my...

Big hugs, my dear...
very interesting! your bread always looks so good. d#1's does too, she bakes wonderful bread, dense and delicious, nothing else remotely like it.

we had fun at poker tonight, i didn't win but sarge did and ocduck didn't win but had a great time.

smiles, bee
xoxoxooxox
Paula Feldman ha detto…
Ivana, che passione che ho per le madie. La Gramolo . come si usava? Sembra quelle macchine enorme che stendono la pasta sfoglia. Quelle che usano nelle pasticcerie!
un abbraccio da ponente, P

PS: il profumo che galleggia in casa tua deve essere incredibilmente impregnato di lievito e amore!
Anonimo ha detto…
che bella la madia, esattamente come quella che aveva la mia nonna,
anche se non la usava più per fare il pane ma solo la sfoglia per le tagliatelline della domenica da cuocere nel brodo .
ti leggo da tanto e non ho mai commentato, ma dovevo ringraziarti
ho copiato il tuo modo di fare il pane con la lievitazione nel frigo
(chenon avevo mai fatto) e mi è venuto il miglior pane dei miei già numerosi tentativi!
grazie e grazie anche di tener vive le nostre tradizioni
Marzia di San Lazzaro
ivana ha detto…
Ciao Sandy!
My breat is a memory-bread of my childhood!!!
I use other ingredients, I try to get the shape of the tradition...but it cannot be like the old bread!!!
It's a joy by making, when all memories come to the mind!!!

Have a great Wednesday!!!
Hugs!!!


xoxoxoxoxoxo
ivana ha detto…
Carissima Bee!
Grazie!!
I know that your D#1 bakes her brot at home!!! And all homemade breads are special!!!!

Glad that your poker night was funny and odc enjoyed it!!!

Have a great Prince Spaghetti Wednesday!!!

Big hugs!!!

xoxoxoxoxoxoxoxo
ivana ha detto…
Ciao Paula!!!
Hai ragione, questi mobili sono una ricchezza del passato, quando c'erano le cose essenziali e funzionali alla vita quotidiana!
La gramola serviva solo per lavorare l'impasto, una massa di molti kg, molto soda, che non si riusciva a lavorare con le mani!
Si metteva sotto la trave e si usava il manubrio come timone, si sollevava verso l'alto e una persona dall'altra parte cercava di piegare e ruotare man mano l'impasto,così che la trave lo batteva con forza....doveva diventare una pasta liscia, con la bollicina e più morbida, da poter poi sfogliare, pezzo per pezzo, sul tagliere, per formare la rosetta...così si chiamava questa forma!
Io mi sento molto bene quando nella mia cucinotta faccio questo pane della memoria!!!
Grazie, cara!!!!
Un abbraccio...dal frosty Levante....tutto bianco di galaverna!!!
ivana ha detto…
Cara Marzia!
Grazie delle parole!
Mi fa piacere leggerti; come vedi ho poche amiche, anche se molti lettori, e mi piace colloquiare, ci si arricchisce a vicenda!!!
Un abbraccio anche a te!!!
Tu sei dall'altra parte della provincia, io sono della Bassa!!!
A presto!
angela ha detto…
Che splendore quei mobili antichi!Io ho solo la madia che mia nonna teneva in cucina. Fisicamente è da zia Luciana ma un domani (speriamo molto lontano) sarà mia. La gramola non la vedevo da secoli...beata te che possiedi ancora questi bei pezzi di storia della tua famiglia. Sono come piccole radici che ci raccontano chi siamo stati, chi siamo e soprattutto chi vogliamo essere. Un caro saluto
Angela
ivana ha detto…
Cara Angela,
grazie!
I mobili di quel tipo parlano alla nostra memoria, perché richiamano attività quotidiane o rituali come fare il pane.
I mobili sono di mia sorella, i nostri di famiglia sono andati dispersi, purtroppo, per varie modifiche e migliorie che intraprendeva mio padre, per cui modernizzandosi...si perdeva l'antica ricchezza!!!
Purtroppo succede!!!

Un abbraccio e auguri anche a zia Luciana!
Anonimo ha detto…
Mia madre mi ha sempre detto che negli anni Cinquanta-Sessanta la famiglia di suo padre (erano mezzadri in Toscana) ha dato via per niente praticamente tutti i mobili, i letti, ecc. ecc. (per non parlare degli oggetti in rame!) per comprare la formica, la cucina componibile, i mobili da lucidare con lo spray... Se ci si mette al loro posto, è anche comprensibile: dopo secoli, forse, avevano la possibilità di spendere un po' di più, di sentirsi "come i cittadini", di avere intorno oggetti che sembravano più freschi, più puliti... Però lei si mangiava le mani! Ha recuperato giustappunto la madia in cui sua nonna faceva il pane e poco altro. C'est la vie...! Buona giornata! CHIARA
ivana ha detto…
Cara Chiara!
Esttamente così!!!
Io abitavo all'estero, e pensavo che avrei fatto restaurare due poltrone dell'inizio Ottocento, un bel tessuto (rovinato) verde scuro damascato, le borchie tutt'attorno, ma proprio negli anni Sessanta dei furbi individui andavano per le campagne a fare dei baratti: ti dò questa sedia sdraio, se tu ti vuoi liberare di quelle poltrone vecchie, che non sai dove usare!
O quei bei comodini da notte, con le colonnine che sorreggevono un cassettino? Anche quelli hanno fatto la stessa fine...così la casa si modernizzava, formica, plastica, tutto nel trend di allora, buttare il vecchio per riscattarsi...e pensare che erano tutti oggetti di qualità, concreti, di buona fattura, allora si comprava poco, ma si badava alla qualità!
Peccato...e che rabbia!!!

Un abbraccio!!!

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