Sono trascorsi già 6 mesi da quella visita a Mirandola...improvvisa e impreparata.
Il G. sembra non ascoltarmi...io sono petulante, a volte, quando ho dei desideri che mi crescono dentro...andare in giro, scoprire, vedere, ammirare...e tanto fotografare! E da tempo, quando la Primavera era già consolidata, mite e luminosa, nominavo spesso Mirandola, una cittadina che abbiamo visitato in tempi lontani, ne ricordavo l'immensa piazza, il castello, le chiese, i viali di platani, i palazzi eleganti! Oggi ho la digitale e le mie visite sono sempre una concitata ricerca degli scorci, delle facciate, delle prospettive...e non bado al G., che si innervosisce per le mie fughe verso un angolo, un portico... io attraverso le vie, mi scosto, mi attardo, proprio senza preavviso, impaziente, desiderosa di riprendere tutto, fidandomi un po' troppo della mia mano sulla macchinetta, della scelta dei soggetti che mi si parano davanti...
"Preparati che andiamo a Mirandola!"
Sono appena le due del pomeriggio festivo...lo prendo in parola, prima che cambi idea e sono pronta, con due macchinette in borsa! Infatti non avevo le batterie completamente cariche...
La cinquantina di foto sono nell'archivio in una cartella...già da allora, dopo la visita avevo fatto delle ricerche, avevo preso degli appunti...ma poi venne il Terremoto..e io mi bloccai...la decina di giorni dalla prima alla seconda scossa furono un incubo...le notizie stampate, i video sul web, i telegiornali ci raccontavano continuamente la situazione tragica di tanti centri storici della provincia di Modena, Ferrara e Bologna e anche nel Mantovano...
Per me un dramma moltiplicato, per le conseguenze dirette e indirette, i disagi, le privazioni, l'impedimento. le barriere, la zona rossa, la tendopoli, e essere consegnati, in tanti, all'opera dei vigili, della protezione civile, delle forze dell'ordine, dell'esercito...
E quello che prima era sano, bello, forte, vetusto ma resistente, ora era ferito, abbattuto, rovinato...
Per mesi le foto sono rimaste silenziose, oscure nella loro cartella...mi prendeva il magone...era stata l'ultima gitarella fatta per visitare le piccole realtà provinciali, che amo tanto! Poi l'inerzia, il non desiderare di andare, mutilati, senza progetti o programmi, già tristi di nostro...non calpestiamo più pavimenti di chiese, ospedali, scuole, non passeggiamo più nelle vie dei centri, non troviamo il negoziante di fiducia, l'ufficio, la banca là dove erano!
E MIRANDOLA era così, sotto un cielo azzurro, solcato da lievi candide nubi, come vezzoso ornamento...
Ce l'ho fatta a sbloccarmi!
Testo e immagini di ivanasetti!
Municipio rinascimentale faccaiata 1468, orologio nell'Ottocento
Palazzo trecentesco della Ragione
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported License.
Il Palazzo del Comune guarda sul lungo spiazzo che fu prodotto dalla distruzione, alla fine del Settecento, della Cittadella .
Il G. sembra non ascoltarmi...io sono petulante, a volte, quando ho dei desideri che mi crescono dentro...andare in giro, scoprire, vedere, ammirare...e tanto fotografare! E da tempo, quando la Primavera era già consolidata, mite e luminosa, nominavo spesso Mirandola, una cittadina che abbiamo visitato in tempi lontani, ne ricordavo l'immensa piazza, il castello, le chiese, i viali di platani, i palazzi eleganti! Oggi ho la digitale e le mie visite sono sempre una concitata ricerca degli scorci, delle facciate, delle prospettive...e non bado al G., che si innervosisce per le mie fughe verso un angolo, un portico... io attraverso le vie, mi scosto, mi attardo, proprio senza preavviso, impaziente, desiderosa di riprendere tutto, fidandomi un po' troppo della mia mano sulla macchinetta, della scelta dei soggetti che mi si parano davanti...
"Preparati che andiamo a Mirandola!"
Sono appena le due del pomeriggio festivo...lo prendo in parola, prima che cambi idea e sono pronta, con due macchinette in borsa! Infatti non avevo le batterie completamente cariche...
La cinquantina di foto sono nell'archivio in una cartella...già da allora, dopo la visita avevo fatto delle ricerche, avevo preso degli appunti...ma poi venne il Terremoto..e io mi bloccai...la decina di giorni dalla prima alla seconda scossa furono un incubo...le notizie stampate, i video sul web, i telegiornali ci raccontavano continuamente la situazione tragica di tanti centri storici della provincia di Modena, Ferrara e Bologna e anche nel Mantovano...
Per me un dramma moltiplicato, per le conseguenze dirette e indirette, i disagi, le privazioni, l'impedimento. le barriere, la zona rossa, la tendopoli, e essere consegnati, in tanti, all'opera dei vigili, della protezione civile, delle forze dell'ordine, dell'esercito...
E quello che prima era sano, bello, forte, vetusto ma resistente, ora era ferito, abbattuto, rovinato...
Per mesi le foto sono rimaste silenziose, oscure nella loro cartella...mi prendeva il magone...era stata l'ultima gitarella fatta per visitare le piccole realtà provinciali, che amo tanto! Poi l'inerzia, il non desiderare di andare, mutilati, senza progetti o programmi, già tristi di nostro...non calpestiamo più pavimenti di chiese, ospedali, scuole, non passeggiamo più nelle vie dei centri, non troviamo il negoziante di fiducia, l'ufficio, la banca là dove erano!
E MIRANDOLA era così, sotto un cielo azzurro, solcato da lievi candide nubi, come vezzoso ornamento...
Ce l'ho fatta a sbloccarmi!
Testo e immagini di ivanasetti!
Municipio rinascimentale faccaiata 1468, orologio nell'Ottocento
Palazzo trecentesco della Ragione
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Il Palazzo del Comune guarda sul lungo spiazzo che fu prodotto dalla distruzione, alla fine del Settecento, della Cittadella .
Commenti
Nonna che muove ancora passi su strade lese, ma sue, tanto sue.
Vai, nonna vai!, rimani in giro ancora un po’, finché ce ne.
Grazie davvero.
Non voglio farti quei complimenti che non vuoi: ma sei obiettivamente così brava ad evocare e comunicarci le tue emozioni di allora e di oggi che.. diciamo che mi fai vergognare più che mai dei miei magoni, ecco!
E le tue foto illustrano molto bene i tuoi sentimenti, che certo appartengono anche a tanti e tanti altri.
Grazie, Ivana!
Adri
Avevo, e ho ancora, carissimi amici a Mirandola e Concordia, a San Possidonio. Pur abitando a Bologna, quante volte ho percorso il centro storico di Mirandola, e quelli di tutte quelle meravigliose cittadine del modenese che ora sono ferite, offese, stravolte.
Da Cavezzo a Camposanto, da San Felice sul Panaro a Finale Emilia, da Carpi a Mirandola, e ancora su, fino a Moglia, Quistello, a Mantova, quanti mercati, strade, luoghi, campagne e natura ho visto, vissuto, frequentato, quante persone, amici, conoscenti, e locali ho vissuto, e quante foto anch'io ho scattato, preso dalla febbre del catturare e fermare i momenti vissuti e la natura respirata.
Grazie Ivana, perchè la mia memoria così si ricorda Mirandola, come forse non sarà mai più: ma la tua che ci offri non è opera nostalgica, o almeno io non la vivo così, ma è annuncio forte, deciso, accorato e fiero, e nel contempo intimo e pudico, che la bellezza di luoghi e genti delle nostre zone distrutte e depresse dal sisma risiede dentro ognuno di noi, e che sapremo farle vivere ancora.
Ciao, un abbraccio
Gian Marco
Have a great day. Big hugs, honey...
Grandissima gente, voi tutti!
Ammirazione sconfinata..
Adri
Voi commovete me, per le parole e i sentimenti che esprimete...la vita è questa, con gioie e dolori, con lassi di tempo ignari, felici, incoscienti...poi eventi si incastrano a sconvolgere le opere e l'animo degli uomini!
Siamo nei nostri gusci, certi di essere al sicuro, immersi nelle nostre quotidiane storie, rivolte al nostro nucleo, a noi stessi...poi all'improvviso un sisma ti rende debole, e nello stesso tempo ti apre a nuove motivazioni rivolte ai luoghi, alla comunità, non solo alla tua...e può succedere che il peso di questa nuova coscienza a volte sia insostenibile...
ma teniamo botta!!!!
Grazie TeIA, Gian Marco, Adri, Sandy!!!
Un abbraccio!!!
La coscienza dal peso insostenibile, cui si riferisce Ivana, la viviamo dentro ed è reale, concreta per tutti noi presi singolarmente, ma è la coscienza collettiva che si è risvegliata, sferzata dalla tragedia, che ci aiuta a sopportare questo peso.
Grazie per aver partecipato attivamente, con le tue parole e le emozioni che da esse traspaiono evidenti, alla formazione di questa coscienza collettiva.
Gian Marco