Passa ai contenuti principali

ELENA...dall' INDIA 2011


Ricevo settimanalmente la mail di Elena...penso che sia un dovere mostrare questa testimonianza, fatta con grande dedizione e coscienza!
Buon lavoro Elena!!!

"Il 10 gennaio, il giorno del mio compleanno, sono arrivata a Dakor, nello Stato del Gujarat, ed e’ bastato poco per innamorarmi di questo posto e della sua gente. Qui la maggioranza delle persone vive in villaggi rurali sperduti tra i campi coltivati e fitta vegetazione, le case sono fatte di paglia e sterco, riscaldate dalla presenza dei vitelli che dormono accanto ai bambini. La vita scorre lenta e faticosa, lungo le strade i cammelli trainano carretti carichi di merce, le donne indossano lunghe gonne ricamate su cui brillano piccoli specchi.
A meta’ gennaio il vento cambia direzione, ed i ragazzi festeggiano con una lunga notte di aquiloni che creano una barriera colorata nell’aria.
In Gujarat e’ nato il Mahatma Gandhi, che fedele alla propria eredita’ indiana ha saputo mostrare al mondo come ritrovare la “giusta coscienza”.



Nella mia breve visita, accompagnata da Sister Rita, ho visitato molti villaggi incontrando donne e bambini. Grazie al lavoro delle suore salesiane, da alcuni anni sono nati molti gruppi di auto aiuto gestiti da donne, che si occupano di questioni di interesse locale, fanno lavori di artigianato, informano gli abitanti del villaggio su igiene e salute. Una volta a settimana si incontrano e sono diventate tanto attive nella vita del villaggio da essere ben considerate da tutti, ed ora sono orgogliose del loro lavoro e dei successi ottenuti.
Nei villaggi vicini a Dakor, con l’impegno delle suore ed il sostegno della fondazione MilleSoli, sono nate diverse classi di doposcuola per circa 200 bambini della zona, che ogni giorno, al ritorno dalla scuola pubblica, fanno di nuovo lezione per due ore. In queste classi imparano cose diverse e fanno i compiti; sono felici di questa opportunita’ ed in alcune classi e’ iniziato il progetto del Parlamento dei Bambini, attraverso il quale vengono dati loro incarichi di responsabilita’ su cio’ che riguarda la vita dei ragazzi nei villaggi in cui vivono.
In ogni villaggio ho ricevuto un’accoglienza bellissima, tutti mi hanno invitato nelle loro case, offerto il te’, raccontato le loro storie; ed in ogni classe i bimbi mi hanno dato il benvenuto con danze e canti tradizionali.

“E cosa non ti piace del tuo villaggio?” “Che non c’e’ il gas e devo andare nei boschi a prendere la legna per cucinare, che non ci sono i bagni e non c’e’ un dottore” (Surekha, 10 anni)

Quello che ho scritto sarebbe semplicemente la descrizione di una bella esperienza se non fosse che questi villaggi sono poverissimi, mancano i servizi fondamentali e la gente sopravvive arrangiandosi con il poco che ha. Se non fosse che in molte delle case in cui sono entrata non c’era niente per cena, ne’ tazze per servire il te’, ne’ corrente elettrica.
Sarebbe solo il racconto di un viaggio se non fosse che il sistema delle caste e’ ancora fortemente radicato ed, oltre ad escludere dalla societa’ le classi inferiori, impedisce lo sviluppo sociale.
Gli incontri con i gruppi donne sarebbero solo un bell’esempio di cooperazione al femminile se non fosse che queste donne, prima di partecipare ai gruppi, non uscivano neanche di casa e si coprivano il volto davanti agli estranei, che si sono tutte sposate prima dei 16 anni con matrimoni combinati dalle famiglie, e che non hanno terminato gli studi perche’ l’istruzione ad una donna non serve.
Avrei fatto una semplice chiacchierata con i bambini, se non fosse che le classi di doposcuola servono loro a fare i compiti perche’ nessuno a casa sa leggere, e perche’ cosi’ evitano di dover andare a lavorare nei campi.



Tutto cio’ che sapete dell’India qui e’ ancora vero: il lavoro minorile, la condizione della donna, le caste, i matrimoni combinati, il problema della dote. Ma nelle donne e bambini con cui ho parlato ho visto molta consapevolezza rispetto a cio’ che e’ giusto per loro, sui loro diritti e su come immaginano il loro futuro. I ragazzi vogliono terminare gli studi e le donne impediranno alle loro figlie di sposarsi prima dei 18 anni.
Qualcosa sta cambiando."

Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported License
.

 

Commenti

Anonimo ha detto…
Quante cose non sapremo se Elena non scrivesse. Che tu non condividessi con noi queste notizie. Il mondo cambia lentamente e magari in tanti casi è per il meglio perché le rivoluzioni violenti sanguinosi pi§ delle volte causano reazioni altretanti violento e sanguinosi...l'India di Elena piano piano girira la boa della modernità...però con calma, come avrebbe voluto Ghandi! un abbraccio da ponente con un grosso GRAZIE!!!!P
Traveling Bells ha detto…
Ciao Ivana!

India certainly has a much different way of life than most of us have ever experienced. Thanks for sharing all this with us.

Blessings to you, my friend. Big hugs...
ivana ha detto…
Ciao P.

Hai ragione...io mi auguro che l'India possa raggiungere un equilibrio economico e sociale, per le sue risorse umane di intelligenza e capacità...
Sto riprendendo fiato!!!

Un abbraccio dal Levante, che vedo dalla finestra soltanto...umido e grigio!!!
ivana ha detto…
Ciao Sandy!!!
I hope the country gets a better way of social life!!!
Have a lovely afternoon..I'm a bit tired, but happy..we enjoyed the grandchildren!!
Big hugs!!!!
xoxoxoxo

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.