Passa ai contenuti principali

PANE DI S. PETRONIO à la nonna ivana, naturalmente!

Sono stati amici di un'altra regione che mi hanno chiesto di questo pane, che si trova nei forni a Bologna in questi giorni, a dire il vero non lo conoscevo, ho pure chiesto a un'amica di Bologna, circa della mia età, neppure lei sapeva di questo pane! Poi, cercando nel web ho avuto notizie, anche ufficiali: fa senz'altro parte di quei cibi che ricalcano la tradizione, con gli ingredienti territoriali, grano, carne di maiale, latte, parmigiano, che in maniera comune appartengono al mangiare saporito che ci contraddistingue!
Ogni paese e città sublima poi in occasione di feste patronali o civili, o sagre, questi cibi, nobilitandoli, proseguendo nella tradizione!
Per noi corrisponde al gnocco al forno, condito, o crescente, paste lievitate, che contengono prosciutto, o pancetta, o salsiccia, anche prosciutto cotto nelle versioni più "light", ammesso che lo siano!

La ricetta di questo pane condito, la confezione e la forma hanno il crisma della camera di commercio dal 2005!

PANE di SAN PETRONIO
Ha quindi la particolarità di essere abbinato ai festeggiamenti religiosi e civili di San Petronio...da ricordare che La Basilica di San Petronio non è cattedrale, la sede dell'arcivescovo a BO è la Chiesa di San Pietro.

Ho voluto fare anch'io la mia versione, che, non avendolo mai né visto, né mangiato, sono andata di mio gusto, sostituendo il prosciutto crudo con la mortadella...è un po' brigoso mandare il G a prendere un etto di prosciutto crudo, quando in frigo abbiamo una pera di prosciutto di Modena ancora da incominciare, e lui si è rifiutato di tagliarne da quel pezzo.
Quando si dice la collaborazione domestica!!!! Sigh!!!
Nel blog esistono forme di pane speciale con impasti arricchiti
ROTOLO SPECK MOZZARELLA
ROTOLO MORTADELLA E FORMAGGIO

quello che ho fatto in occasione del 4 ottobre festa del patrono di Bologna città, quindi non nella provincia, è questo


500 g farina 0
1 bustina di lievito secco di birra, sciolto in 50 ml acqua tiepida e 
1  cucchiaino di zucchero
3 cucchiai olio evo
20 g burro morbido
250 ml acqua tiepida e un poco di latte-2-3 Cucchiai


per la farcia
40 g parmigiano reggiano a scaglie
70 g mortadella, questi due pesi per la metà dell'impasto, un solo pane.
un cucchiaino di sale fino, meno del solito, perché il ripieno è salato

ho adoperato la metà dell'impasto, con l'altra metà ho fatto 12 tigelle,
crescentine cotte in un attrezzo pesantissimo di alluminio pressofuso.



Ho messo farina e sale nella ciotola del Robot, mescolato, quindi
dalla bocchetta ho versato il lievito, l'olio il burro, l'acqua.


Prima lievitazione fino a raddoppio circa un'ora, 



poi ho tirato la sfoglia
con la metà dell'impasto (cica 400 g) in un disco ovoidale sui 40 cm ca.,



 ho cosparso con metà delle scaglie di formaggio, quindi ho steso le fette di mortadella, e sopra ancora formaggio. Non ho messo burro, ma ho oliato leggermente la pasta stesa, e pure, dopo avere arrotolato stretto, ho spennellato con olio e inciso dei tagli non profondi, come si richiedeva...
Ho lasciato lievitare una ventina di minuti e quindi cotto 40 minuti a 170°Cin forno ventilato

Era ottimo sia caldo che freddo!
Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported License.


 

Commenti

oh my gosh this is so creative and delicious looking honey! you are a wonder in the kitchen my friend!

smiles, bee
xoxooxoxxo
Jean(ie) ha detto…
a piece of that with a green lettuce salad and some tomatoes would make a wonderful meal!
ivana ha detto…
Ciao cara Bee!

Thanks...it was so tasty!!!

Big hugs, honey!
ivana ha detto…
Ciao cara Jean!

I did so, lettuge and tomatoes!

Big hugs!

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.