Passa ai contenuti principali

SALSA DI CAROTE, BARBABIETOLA, CIPOLLA SEDANO...LE SALSE DEL CONTADINO

Aldino, mio vicino, pensionato, mi porta spesso frutta e verdure, e mi dà anche qualche idea nuova per fare in genere delle salse, che lui impara dai suoi amici della campagna.

Stavolta mi ha portato un pezzo di barbabietola da zucchero, visto che non so dove potrei reperirla, se non andando anch'io per campi ormai arati, dove non si può più spigolare qualche frutto.
Anni fa mi aveva fatto lo stesso dono, mi aveva pure suggerito una salsa che fanno i contadini che lui frequenta spesso, che feci pure io, e che oggi rifaccio, combinando a modo mio, ingredienti e modo di cottura! Mi è venuta bene, come si dice, tanto che nell' invasarla  mi sono mangiata una buona parte della rimanenza, che pensavo di tenere da far assaggiare alla famiglia...ma non ce l'ho fatta, la sentiranno quando apro i vasetti da Natale in poi, perché occorrono circa tre mesi per avere un prodotto ottimo!

Testo e immagini di ivanasetti


300   g  barbabietola da zucchero tritata a dadini piccoli
600   g  carote nettate, tagliate a dadini piccoli
400   g  cipolle tritate fini
50     g   sedano gambo tritato bene
1 1/2  cucchiaio di sale grosso
grani di pepe, una decina
600   g  aceto di vino bianco
600   g  olio di arachidi
 
Scalare in un tegame alto di acciaio inossidabile pesante l'olio e l'aceto, a bollore versare la barbabietola e il sale, il pepe, e cuocere per 15 minuti, a questo punto aggiungere carote e sedano e continuare per 15 minuti ancora, per ultimo versare le cipolle e bollire altri 10 minuti! Spegnere il fuoco, riposare un poco, ancora calda la salsa va invasata in vasi puliti e asciutti, rabboccare bene e controllare che anche il liquido sia ben distribuito nei vasi stessi, pulire bene la bocca del vaso, chiudere e capovolgere.
Io ho lasciato per alcune ore, poi ho raddrizzato e portato in cantina!
Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported License.


Commenti

this looks like a wonderful addition to so many meals. i think i'd love it.

it's still very windy here but it should be over in my area tomorrow some time.

smiles, bee
xoxoxooxo
Traveling Bells ha detto…
I would try that! Dick loves beets.

Big hugs, honey...
Jean(ie) ha detto…
I love beets, especially pickled like german red cabbage.

I never knew that the sugar beets were white? I guess it makes sense. Just never thought about it.
Fabipasticcio ha detto…
Buona serata cara Ivana, sempre presa a preparare le tue delizie! E' tanto che non ti leggo, ma è stato un periodo così...ci sono decisioni da prendere, ma passerà. Poi mi dirai come usi queste tue salse, cosa ci accompagni??? Un abbraccio a te e ai tuoi cari
ivana ha detto…
Ciao cara Bee!

It is really a jolly in the kitcheen, a good addition for many meals, when I've little time!

I hope you have warm and not windy!

Big hugs, honey

xoxoxoxoxo
ivana ha detto…
Ciao cara Sandy!!!

We have a great production of sugar beets in my region, but we know no use of them in the cooking, only this recipe know I!!!
I've so little time to read and write comments...I had the family reunion and I was so busy..and tired!

Big hugs, honey!!!

xoxoxoxoxo
ivana ha detto…
Ciao Jeanie!
My region has great production of sugar beets, for the sugar production only...the farmers use them for this sauce!

Big hugs, be safe!

xoxoxoxo
ivana ha detto…
Ciao Fabi!

Ti penso, e spero sempre che tu stia bene, di salute, con la famiglia e che il lavoro non ti dia troppe proccupazioni!

Queste salse sono un po' piccantine, e sono un jolly in cucina, vanno bene con i salumi, e il gnocco fritto, o al forno e le tigelle, ma anche con il bollito in genere, anche come antipasto... in campagna se ne fano molte, da mia sorella, in azienda è una tradizione per le salsine, che si reglano anche a natale!

Tanti auguri!

Un forte abbraccio!

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.