Passa ai contenuti principali

Crostata di mandorle del condominio

oggi ho rifatto la crostata con le mandorle, che guardavo fare ad Anita, ai tempi d'oro del condominio, quando eravamo spose giovani e competitrici! Anita era speciale in questa, io invece facevo torte farcite per i compleanni dei bimbi, mentre Vera si cimentava nelle rosette di pasta all'uovo al prosciutto, formaggio e panna e nel gnocco farcito con pancetta stesa. Vera, Giovanna non ci sono più, Adele è paralizzata, in carrozzella, Anita è traslocata, poi noi pure siamo andati da tutt'altra parte, le nostre allegre giornate a fare comunella in cucina, ridendo, giocando, sono definitivamente chiuse, ingoiate dal passato.
E qualche lacrima mi è spuntata fra le ciglia, stasera!



Ingredienti per la pasta base




Ingredienti per la farcia







Non l'ho fatta speciale come quella di Anita, che ci metteva tante mandorle, del cacao amaro, e solo chiare d'uovo sbattute a neve e burro a fettine steso sopra alla farcia, e lasciava le mandorle ben croccanti, tritate grossolanamente!
Una torta semplice, che faceva parte della sparuta schiera dei dolci locali, che si possono comprare ancora oggi dal fornaio, rustici e genuini.

Io oggi ho fatto così


200 g farina 00
70 g zucchero
50 g burro morbido
1 uovo e mezzo tuorlo
1 cucchiaino colmo di lievito per dolci
2 cucchiai di latte
scorza di limone grattugiata

Nel robot mescolare farina, lievito, zucchero, scorza, aggiungere burro e uova e il latte. Fare un panetto morbido e preparare la farcia. Nessuna di noi allora conosceva il robot e il tritatutto.

120 g mandorle macinate non troppo fini
1 tuorlo e mezzo,
2 albumi
50 g cioccolato fondente 60%
80 g zucchero
80 g burro
scorza arancia
noce moscata grattugiata

Sciogliere a bagnomaria burro e cioccolata fondente, grattugiarvi la noce moscata e la scorza d'arancia, lasciare intiepidire.
In una ciotola sbattere bene tuorli e zucchero, aggiungervi cioccolata e burro, mescolarvi lo sfarinato di mandorle, e infine incorporare gli albumi a neve.
Stendere la pasta sulla carta da forno per una teglia circolare di 26 cm di diametro, aiutandosi anche con un foglio di pellicola, perché non attacchi al matterello, spalmarvi sopra la farcia, mettere in forno per mezz'ora circa a 170° ad aria.
25/04/2009

Commenti

bittersweet. the cocoa and the memories. i know. as we age our friends start to go. the memories remain. but there are new friends to be made! no???

smiles, and hugs, bee
xoxoxoxoxoxooxoxoxoxoxoxox
ivana ha detto…
Ciao Bee!
Sure! New friends, new adventures, the curiosity of my mind help me keeping new nterest and passion!
Thank you, dear Bee!
Smiles!!!
Un abbraccio
Prez ha detto…
cara Ivana, mi sono commossa un po' anche io. Tutti noi abbiamo dei piatti che ci ricordano eventi particolari o persone care.Io stessa recentemente ho mangiato da una zia una torta che mia nonna faceva sempre quando ero piccola e passavamo qualche giorno estivo in collina. Mi sono venuti in mente tanti bei ricordi.
ivana ha detto…
Grazie a te Prez!
Il cibo è quello più legato alle memorie personali, per tutto l'arco della vita.
Ogni mio cibo ha sempre una connotazione anche di memoria!
Un abbraccio!
Byte64 ha detto…
Ivana,
questa ricetta assomiglia molto ad una che faceva mia madre, anche quella era una crostata con la combinazione cioccolato/mandorla, veramente da leccarsi i baffi.

Ci sono ricette che rimangono legate a periodi della vita, nel mio caso più che torte si tratta di pasta fatta in casa o di certe indimenticabili porchette cotte al carbone con gli amici.

Forse è persino meglio che sia così, se certe cose diventassero routine dopo non le potremmo più associare a dei bei ricordi di tempi lontani.

Ciao!
Tlaz
ivana ha detto…
Sì, Flavio!
Hanno valore proprio perché sono legate a periodi, situazioni, persone, al paese, e non c'è maggior stimolo che dell'aver provato terre straniere, per riconoscere nella propria terra una ricchezza incredibile!
Penso che tu sia d'accordo!!!
Buona fine settimana!
Grazie... saluti alla famiglia!!!
Rosetta ha detto…
Che bei ricordi Ivana, anche se semplice, è una torta molto speciale.
Buona domenica
Mandi
ivana ha detto…
Grazie Rosetta,
come ho accennato dall'altra parte, lavoro in cucina pochi giorni la settimana, ma ogni preparazione ha uno stimolo dal passato, o dai prodotti che so appartenere alla mia terra...e così mi emoziono e...vivo!!!!

Grazie a te!
Mandi!!!!
Solema ha detto…
Mi sono commossa perchè mi sono rivista nel tuo racconto; anch'io sposa giovane, in condominio avevo delle care amiche...la vita!! Ciao. Solema
ivana ha detto…
Ciao Sole,
hai ragione, molto di più di quello che si pensi la vita modesta, quotidiana lascia più ricordi e amicizie, che non i grandi eventi!
Grazie, cara!

Ciao
Fabipasticcio ha detto…
Ivana sei una fonte inesauribile di ricette, di ricordi, di meraviglie.
Grazie di tutto cuore!
ivana ha detto…
Grazie a te Fabi!!
Sei entile!!!!
Ciao...buona giornata!

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.