Il G.è il "cuoco" dei giorni feriali, diciamo così, il suo menù è legato a una sua lontana appartenenza a una "cucina" frugale, accanto alla sua nonna, figura cardine nella vita famigliare di un tempo, quando qualcuno rimaneva in casa a custodire i bambini, numerosi, a mantenere unito quel microcosmo, che sopravviveva quasi solo per questa solidarietà. La vigilia di Natale, come il giorno di Natale, avevano la propria caratteristica, basata sull'aspetto del cibo e della tavola! Mercoledì scorso, la vigilia, a mezzogiorno, davanti a me ho trovato questo piattino di pesciolini marinati, che noi, qui in campagna, chiamiamo "i pasc'lèn lighé pr'al cul", una ciotolina di insalata, un crostino di pane bianco! Digiuno, astinenza, questo sarebbe il richiamo religioso, ma non è tanto questo che mi ha risvegliato nella memoria, ma il ponte metaforico tra il presente e il passato remoto, la tradizione! Eravamo solo noi due, di fronte a questo ricordo! Il ...