Passa ai contenuti principali

PAGNOTTA BIANCA all'OLIO per necessità

Ho la testa un po' intontita con questo raffreddore potente che mi fa compagnia non desiderata in questi giorni!
Non potevo però trascurare il mio livadòr nello stipetto a lui dedicato per fermentare.
Potevo sottopormi alla  solita sudata per le duecento compressioni all'impasto, che devo fare per ottenere la mia pasta dura per la rosetta o la coppietta ritorta? No, mi verrebbe la febbre e il miopollicione non sarebbe ancora pronto a questa operazione-pane!
Quindi si  cambia percorso!

Testo e immagini ivanasetti




Metto nella ciotola 650 g  di farina 0, con 2  cucchiaini di sale fino, 1 cucchiaino di zucchero, mezzo cucchiaino di lievito secco lidl!
Mischio bene e inserisco il livador, 150 g, che è bello soffice e ancora mescolo bene!
Mi preparo 400 ml di acqua, 50 ml di olio, gocce di limone che verso gradatamente dal bocchettone, e lascio impastare bene, avrò usato 370 ml di acqua!
Spengo e lascio per un'ora la massa a lievitare nel robot (mai fatto, ma c'è il riscaldamento acceso, e non si apre la finestra, copro bene con un paio di teli puliti.






Poi impasto a mano e metto a lievitare ancora per due ore, all'interno della lavastoviglie,

quindi passo a confezionare la pagnotta, perché l'impasto è proprio soffice!




Ancora un'oretta e quindi lo cuocio al forno 25 minuti a 190°C, poi 20 minuti a 155°-160°C,


Un pagnotta bianca che sostituisce il mio pane ritorto, ma è ugualmente buono, morbido...anche se non siamo abituati a mangiare tanta mollica!


Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported License.

Commenti

Dida ha detto…
Questo pane ti è venuto benissimo!Sento il profumo sin da qua:):):):):). Auguri per il raffreddore, so quanto è noioso e come ci si sente. Spero ti passi presto. Come va il braccio?
Un abbraccio.
ivana ha detto…
Ciao Dida!

Grazie, sì è molto buono, anche per antipasti, perché ha una mollica corta, che non indurisce, lo metterò in cassetta la prossima volta e metterò il latte e il burro!

Il braccio va bene, ma il nervo del pollice mi duole quando devo fare i movimenti, anche a svitare il tappo della bottiglia del latte e a sollevare tegami, da gioni sono quasi inattiva, o faccio il minimo, se fatico la tosse mi tormenta!
Grazie, sei sempre carina!
Un saluto alle amiche!!!

Un abbraccio!
Anonimo ha detto…
Ciao Ivana, sei sempre in gamba comunque, ma riguardati e guarisci presto.
Sto aspettando le altre foto di Bergamo.Bella città in particolare la parte alta.
Un fraterno abbraccio Eminia
Anonimo ha detto…
Ciao Ivana, mi dispiace per il raffreddore, anch'io non lo sopporto. Ammiro sempre i tuoi pani. Domani, per il pranzo domenicale proverò anch'io a farlo anche se le altre volte, pur essendo buono, non è diventato soffice come il tuo. Comunque mi sono messa in testa che devo riuscirci. Ti saprò dire. A presto. Vanna
ivana ha detto…
Cara Vanna,
rispondo solo ora, sono stata impegnata tantissimo e ci ho messo ore per mettere a posto per fla tra immagini e racconto il secondo post sulla gita a Bergamo con Renzo, sabato scorso!
Spero che il pane ti sia venuto bene!
L'ultima pagnotta era tenera, cosa che non faccio mai, ma sono stata attenta alla lievitatura e così ho ottenuto un ottimo risultatato, anche perché non amo i pani grossi, che sono sempre così "tnienti" e resistenti da strappare, il mio è cedevole, non è di cartone, e rimane fresco.
Io lo lascio raffreddare bene, sulla griglia da dolci e il legno, poi lo taglio a fette e lo metto in sacchetti nel freezer!
Se hai qualche dubbio telefona o fammi un cenno che vedo di aiutarti!
Buona notte!!
Un abbraccio!

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.