Piccolo è bello e non solo!!!
E' la seconda volta che visito questa piccola sagra, che si svolge in un unico pomeriggio autunnale, l'ultima domenica di ottobre.
E’ stata una giornata mite; è stato piacevole passeggiare nella piazzetta tutta sistemata con una fila di banchi al centro, con l'esposizione dei frutti antichi; lungo il perimetro attorno stavano le varie bancarelle di prodotti tipici, in vendita, che ho fuggevolmente guardato...ero più interessata agli stand "operativi" e ci sono arrivata: tutto un bendiddio della nostalgia: castagnaccio, sughi, mele cotte farcite in molti modi, caramelle scure di cotognata, papazzini, dalla padellona dall'olio bollente uscivano le belle palline di farina di castagna; accanto anche il bollitore con i sughi.
A seguire il banco del gnocco fritto e delle crescentine tigelle, con prosciutto e salame; il banco dell'uva fragola, dell'aceto tradizionale di Modena, della saba e del savòr; e infine accanto a un carro enorme colmo di belle zucche verdi e gialle un simpatico signore friggeva veli di zucca, che poi, salati, venivano offerti all'assaggio.. anche in forma a fiammifero, come una matassa soffice e odorosa; e altra zucca cotta a vapore, bocconcini dolci e morbidi.
La caldarrosta imperava sul fondo, nel calderone di ferro pieno di marroni, che veniva fatto roteare su un fuoco che ardeva impetuoso. Anche una piccola banda dilettava il pubblico che man mano diventava sempre più numeroso!
Una manifestazione ben curata, sia nell'aspetto coreografico delle volontarie con grembiuli freschi con il logo della festa, nei tralci di vite, nei rami delle bacche di azzeruolo, che nella ricerca ben fatta, documentata da varie didascalie, su mele, pere, maggiormente, che non si trovano più. Nomi inconsueti di tanti frutti ritrovati, accanto ad altri nuovi, anche esotici.
Mi ha dato emozione vedere alcune mele antiche che ricordavo di avere avuto nei nostri campi, tanti decenni fa, quando ancora non si era impiantato un frutteto sistematico intensivo.
Fa piacere che ci siano aziende in cui si cerca di riportare in auge frutti dimenticati.
E' la seconda volta che visito questa piccola sagra, che si svolge in un unico pomeriggio autunnale, l'ultima domenica di ottobre.
E’ stata una giornata mite; è stato piacevole passeggiare nella piazzetta tutta sistemata con una fila di banchi al centro, con l'esposizione dei frutti antichi; lungo il perimetro attorno stavano le varie bancarelle di prodotti tipici, in vendita, che ho fuggevolmente guardato...ero più interessata agli stand "operativi" e ci sono arrivata: tutto un bendiddio della nostalgia: castagnaccio, sughi, mele cotte farcite in molti modi, caramelle scure di cotognata, papazzini, dalla padellona dall'olio bollente uscivano le belle palline di farina di castagna; accanto anche il bollitore con i sughi.
A seguire il banco del gnocco fritto e delle crescentine tigelle, con prosciutto e salame; il banco dell'uva fragola, dell'aceto tradizionale di Modena, della saba e del savòr; e infine accanto a un carro enorme colmo di belle zucche verdi e gialle un simpatico signore friggeva veli di zucca, che poi, salati, venivano offerti all'assaggio.. anche in forma a fiammifero, come una matassa soffice e odorosa; e altra zucca cotta a vapore, bocconcini dolci e morbidi.
La caldarrosta imperava sul fondo, nel calderone di ferro pieno di marroni, che veniva fatto roteare su un fuoco che ardeva impetuoso. Anche una piccola banda dilettava il pubblico che man mano diventava sempre più numeroso!
Una manifestazione ben curata, sia nell'aspetto coreografico delle volontarie con grembiuli freschi con il logo della festa, nei tralci di vite, nei rami delle bacche di azzeruolo, che nella ricerca ben fatta, documentata da varie didascalie, su mele, pere, maggiormente, che non si trovano più. Nomi inconsueti di tanti frutti ritrovati, accanto ad altri nuovi, anche esotici.
Mi ha dato emozione vedere alcune mele antiche che ricordavo di avere avuto nei nostri campi, tanti decenni fa, quando ancora non si era impiantato un frutteto sistematico intensivo.
Fa piacere che ci siano aziende in cui si cerca di riportare in auge frutti dimenticati.
Commenti
il mio primo e unico castagnaccio lo mangiai a casa di un'amica di origini toscane.
La farina di castagne era una ricchezza, in tempi di carestia di cereali, per cattivi raccolti, resa scarsa, dall'Appennino scendevano montanari che commerciavano la farina, di cui ci si riforniva per superare i mesi invernali!!!
Tutto l'Appennino era ricco di castagnni!
Ieri Mauro e bambini è stato alla Festa del Marrone di Zocca, penso che si trovano molte pagine in Internet...anche perché da alcuni anni le direttive europee pensano a potenziare e proteggere questo albero produttivo!!!!
Ciaoo!!!!
smiles, bee
xoxoxoxoxoxoxoxox
The red little ones are berries, but all call them apple!!!!
Italian name is Azzeruolo, or Lazzeruolo!!!!
Ciao...till later!!!!
un abbraccio forte forte
ivana