Passa ai contenuti principali

PYRACANTHA, incontro ravvicinato

Da sedici anni vivo con 'sta siepe qui di fronte e non ne conoscevo neppure il nome. Praticamente una poderosa protezione alla nostra piccola via che finisce con un piazzale ampio, chiuso a sud e ad est da oltre 150 metri di questa siepe, rigogliosa, di un bel verde intenso, dalla sagoma frastagliata che si staglia verso il cielo.
Ogni tanto il comune manda qualche giardiniere a tosare un po' le fronde ribelli, ma poi essa riprende ancora più vigore e in questi anni è diventata un'alta barriera di più di tre metri.


Alcuni giorni fa con la mia macchinetta fotografavo i colori dell'autunno e riprendevo anche queste macchie rosse fra il verde delle fogliette fitte fitte...per fortuna che c'era Daniela che mi guardava!
" Daniela, che è, Biancospino???"
"No, è la Pyracantha! Anni fa la piantavano facilmente, ma penso che ora il comune la voglia sostituire!"
Pyracantha? Mi è voluto un po' per incamerare questo termine, infine a tentativi, con solo lo spezzone pyra...ho finalmente trovato informazioni, immagini, descrizioni!
Che volevo di più? Così ho fatto un incontro ravvicinato con la Pyracantha!



Tanto per cominciare la pianta è tutto un groviglio di rami che si moltiplicano, dal basso, si incrociano, formando quasi una parete impenetrabile, dalla quale partono tanti rametti apicali verso l'esterno, ben rivestiti di foglie piccolette, ma anche arma di difesa, me ne sono accorta subito, le fogliette nascondono spine acuminate.
Le bacche invece, grandi come pisellini, con un piccolo bottoncino nero centrale, stanno tutte belle raggruppate a mazzetti.

Una pianta antica, conosciuta dal Mediterraneo all'Asia Orientale, i Greci e i Romani la chiamavano la pianta spinosa di fuoco, quasi quasi io la chiamerei Fuocospino!, come pure in molti paesi europei si danno nomi simili, richiamandosi a questo colore di fuoco che ravviva l'aspetto freddo dell'inverno. Gli uccelli, proprio in inverno, con la scarsità di altro cibo se ne fanno delle vere scorpacciate!


In tempo di guerra si utilizzivano i semi come surrogato del caffè...chissà com'era!!!!
La pianta è facile da coltivare, lo vedo da me...qui nessuno ci fa niente, vive con quello che le dà il cielo, col freddo o con l'afa, resiste imperterrita.
Ho notato però la differenza con una siepe di una villetta, è tutta bella potata, pareggiata, ripulita di parti secche, e ha delle bellissime bacche, turgide, di un rosso regolare, mentre la nostra, allo stato brado si può ben dire, ha un aspetto scarmigliato, le macchie di rosso sono di varia intensità, spesso un rosso spento, giallastro-arancione, e le bacche sono magroline.



Qui in giro si sente che sono bacche velenose! Ma sarà vero?
La tentazione è grande, mi sono presa un bel rametto col suo grappolo e me lo rimiro qui sul tavolo bianco, cautamente schiaccio un acino, ha una polpa morbida, cedevole, di un giallo ocra, e 5 semini nascosti, piccolissimi, come dei moscerini. Mi porto alla bocca un dito e un po' di polpa, un saporino gradevole, va be' ancora un po' e così 3-5 bacche le ho mangiate.
Poi mi tuffo di nuovo in Internet e navigo alla ricerca....in italiano trovo un'annotazione: leggermente tossico, può provocare gonfiori in bocca...mamma mia, mi sono spaventata, sono andata a risciacquarmi bene la bocca...mica ho detto questo al G.
No, dicono altri, in inglese, non sono tossici, si fanno delle gelatine e confetture...poi in tedesco leggo che possono essere leggermente tossici, solo i semini di una manciata di queste bacche possono dare nausea e disturbi intestinali!
Per due o tre giorni un pochino di fifa l'ho avuta...poi non si è manifestato nulla di nulla...ma non ne mangio altri, anche se sono belli e invitanti



Ma chissà perché il comune vuole toglierla???
Forse per la pericolosità delle spine?
Ma dove sono i bambini che giocano nei piazzali? Qui non ci sono, e se qualcuno dei nostri ci gioca. è sempre sotto stretta sorveglianza di qualche adulto!


Diventa divertente girarsi attorno e leggere il libro della natura!

Commenti

Michela cake designer ha detto…
Bellissima! e' quella siepe che a mia mamma resta sempre verde perchè gli uccelli vanno a mangiare le bacche..
ivana ha detto…
Ciao Michela!!!

In genere più è esposta al sole e più fruttifica.
Gli uccelli la mangiano d'inverno, ora non ne vedo!
Vedi la differenza fra la mia allo stato brado, che è tutta ricoperta di bacche, mentre quella del giardino da mio figlio, nelle vie, non ha molte bacche!
Ciao...
un abbraccio, e bacini ai bimbi!!!!

ivana
Anonimo ha detto…
i francesi lo chiamano buisson ardent, roveto ardente!
sul Carso nelle villette prosperano moltissimo, ne ho visto creare addirittura archi verdi, che in autunno si coprono di bacche. a me però durano non tutto l'inverno, o cadono o le mangiano gli uccellini, a differenza di altre bacche rosse che rimangono sempre sulla pianta.
Mi piacevano tanto che le ho volute sul mio terrazzo, nella zona frangivento. No ho trovate due, diverse fra di loro, una ha le foglie più grandi, portamento meno denso, ma le bacche rosse, l'altra, il rogersianum, ha foglie più piccole, è più fitto, ma ha le bacche giallo arancione,e io lo volevo più sul rosso, così li ho presi dtuuti deu, in una grande fioriera stanno ricoprendo la rete divisoria.
Se il comune li toglie, sarà mica come il nostro? per loro le piante non si curano, non si potano e non si innaffiano. Sono arredo urbano, si paga una ditta esterna per piantarle, si trascurano e quando sono ormai moribonde si fanno belli promettendo una "riqualificazione" straordinaria, buttando via tutto e ripiantando di nuovo.. e il ciclo ricomincia. Così almeno avviene in diverse zone verdi, per fortuna non tutte, della mia città.
oh ivana we had this hedge in our last house in florida! it is common in south florida and very pretty.

smiles, bee
xoxoxoxoxxoxoxoxo

ps: not coughing much any more! (smile)
ivana ha detto…
Cara Biblio,
penso ci siano sempre dei progetti strani che mivimentano le amministrazioni comunali, a pochi passi da me troviamo un abbozzo di parco...già defunto!!!
Una sessantina di piante scheletrite, che occupano solo lo spazio, da anni; erano già in partenza piante da scartare, con poca radice, in un periodo non adatto, e senza l'irrorazione necessaria!!!!
Va be'.....

Ciaooo!!!!
Sono stata in campagna e ho un mucchio di cose da narrare...ma chi ha tempo di trascrivere tutto!!!!!
I mici crescono!!!!
ivana ha detto…
Dear Bee,
are you in Florida now?
Or still in Georgia?
Thanks

smiles
xoxoxxo
.C annA ha detto…
A me viene da sorridere perchè mi torna in mente un'uscita verbale di Alessandro!
La settimana scorsa durante una passeggiata, passammo vicino ad una siepe di queste minuscole bacche e lui, incuriosito e scuotendo la testa esclamò: "ma quanto sono piccoli stì pomodorini!"

:)
.C annA ha detto…
A me viene da sorridere perchè mi torna in mente un'uscita verbale di Alessandro!
La settimana scorsa durante una passeggiata, passammo vicino ad una siepe di queste minuscole bacche e lui, incuriosito e scuotendo la testa esclamò: "ma quanto sono piccoli stì pomodorini!"

:)
ivana ha detto…
Ma che carina!!!!
Dai un bacione ad Alessandro, mi sa che ti assomiglia nella fantasia e passione!!!!
Un abbraccio!

Grazie
in georgia until november 1st... it is cold here too!

smiles, bee
xxoxoxoxoxoxoxo
ivana ha detto…
Ciao cara Bee!
I looked at the map of your Georgia!!!
Here isn't too cold!
Ciaoo!!!
xoxoxoxoxo
luciana ha detto…
ciao nonna ivana (questa volta vedi ke esce anke il nome spero) a proposito della zucca gialla, mio marito ke come sai fa il cuoco ci prepara le pappardelle ke poi condisce con una salsa di zucca e radicchio molto buona solo ke non mi da la ricetta.lo sai i cuochi sono gelosi dei loro piatti.alla prossss.ciao ...luciana
ivana ha detto…
Ciao Luciana
ottimo,ora ti ho visto!
Bene, tuo marito fa bene, i professionisti mantengono il segreto.
Le mie sono combinazioni che mi invento al momento...se vanno bene le scrivo, così mi rimangono...per ricordarle!
Buon fine settimana!!!
Maria Elena Gonano ha detto…
La Pyracantha fa da confine anche nel mio giardinetto... io sapevo che la polpa delle bacche fosse davvero commestibile; in effetti ricorda quella delle mele.
ivana ha detto…
Cia Maria Elena, da molto non le mangio queste piccole bacche, molto morbide e dal sapore un po' agrodolce.
In compenso in centro a S. Agata, proprio vicino alla Residenza Seneca, dove c'è mio marito, in un viottolino dove possiamo fare una piccola passeggiata con G. ho scoperto un paio di alberi, molto cresciuti, di biancospino, e questa cosaq mi ha davvero sorpreso, come del resto anche a Crevalcore, in centro storico, all'interno di un muro di cinta di grande cortile, che ha ospitato un cinema all'aperto già dagli anni Sessanta, ma poi andato dismesso, poi restaurato e reso agibile per rappresentazioni estive, poi di nuovo messo in disuso col terremoto, c'è un grande arbusto di biancospino....e a me piacciono le bacche, che sono davvero commestibili e pure medicinali, soprattutto per il cuore..io ricordo la siepe che costeggiava la strada che portava a casa mia, non ancora asfaltata, e camminando anche per km, per andare in centro alla messa della domenica, pur con la strada polevrosa, che ingrigiva tutte le siepi parallele, ma si mangiavano le bacche, proprio quando cominciava la scuola...e io adesso un paio di volte la settimana "rubo" una manciata di bacche di biancospino, e le mangio di gusto...anche se mio figlio mi rimprovera!!!


Che chiacchierona, che sono!

Buona notte, cara!

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.