Passa ai contenuti principali

Gnocco alla pancetta dolce al forno



La carsènt o crescente alla bolognese o gnocco al forno nella Bassa, semplice da preparare e di ottima riuscita!
Nel pomeriggio ho preparato questo per i ragazzi, senza odori, per non avere recriminazioni...non si sa mai!






500 g farina 00
100 g pancetta a cubetti, che si acquista (o di casa se si ha!)
40 g olio
1 bustina di lievito secco lidl
sale
acqua tiepida circa 280 ml

Macinare nel tritatutto la pancetta, per renderla più morbida e "stracciata", non spappolata.
Mettere la farina nella ciotola del robot, sale e il lievito e miscelare a velocità 4 per 4-5 secondi, introdurre la pancetta e l'olio e miscelare a velocità 6 per pochi secondi, poi introdurre l'acqua intanto che sta girando. Deve essere un impasto morbido. Spegnere subito, togliere dalla ciotola e a mano gramolare fino a che non è liscio e non attaccaticcio.
Fare una palla e mettere al caldo, ora vicino al termo, a lievitare per un'ora abbondante.
Stendere con le mani la pasta su un foglio di carta da forno ritagliata per una teglia in alluminio di 30 cm di diametro. Affondare le dita per rendere bugnata la superficie.
Fare lievitare ancora mezz'ora.
Scaldare il forno ventilato a 170° e cuocere per 25 minuti.
Si serve caldo, ma anche freddo il giorno dopo, come pane condito.

Commenti

Anonimo ha detto…
Buon giorno Ivana. I think I'll enjoy your blog just for the food. It's scrumptious. Have a nice day or is it night where you sre. As I write this comment it is 11:30 am. I'm going to have to realize that our time is different. Ciao my thoughtful friend.

Paolo
ivana ha detto…
Salve Paolo!
It's 18:03 (06.03 pm) so 8 hours difference.
Thank for the comment!
You can also read my posts about our towns, tradition!
This flat bread is a very old tradition in the rural land, in my zone!!!

Good Afternoon!!!
smiles

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.