Il cancello è aperto...è un pomeriggio domenicale così dolce, con un sole generoso di inizio novembre, estate allegorica di San Martino...lui si sente attirato ad entrare.
I sentieri ghiaiati sono morbidi per il manto di foglie cadute, i rami quasi spogli degli alti platani proiettano sul suolo le scarne ombre a ghirigoro ...non c'è nessuno, il dopopranzo impigrisce la gente davanti a uno schermo, in salotto, i bimbi chissà dove sono, questo è un parco della memoria, il parco del passato.
Con riconoscenza si avvicina ai bianchi petrosi cippi, posa la mano sulla fredda parete ruvida, accarezza le tracce labili di lettere, segue le volute di stemmi corrosi dal tempo o erosi dalle mani di potenti che cancellavano le precedenti simbologie.
Come la sua ragione che, labile, non registra più la continuità della memoria quotidiana, con le macchie oscure che la impigliano in una follia senile, così questi cippi bianchi sono i frammentari testimoni di un passato di storia.
La forma di ognuno indica una funzione, ogni iscrizione rivela dei dati storici, ogni stemma è un documento.
Di che cosa? Sulla panchina di ferro, che sembra persino umida, sosta un momento, incerto, e scava, invano, con ansia e fatica, nel blob della sua mente!
E' riconoscente, questo è il sentimento più riconoscibile...sa che c'è qualcuno che scava nel passato storico, che porta qui ciò che il territorio ha tenuto nascosto nello strato di terra, nelle antiche strutture, nelle chiese, nelle strade, nei ruderi di castelli, nei conventi.....e lo sguardo s'alza alla imponente Torre dei Bolognesi, e nel controluce sente fondersi qualcosa dentro.....
Il Museo Nuovo del Territorio è là, sicuro.
Guarda allora al cancello d'entrata e, tremando, va incontro a Maria, la sua badante polacca.
http://www.museodinonantola.it/torre_bolognesi.html
Testo e immagini di ivanasetti
I sentieri ghiaiati sono morbidi per il manto di foglie cadute, i rami quasi spogli degli alti platani proiettano sul suolo le scarne ombre a ghirigoro ...non c'è nessuno, il dopopranzo impigrisce la gente davanti a uno schermo, in salotto, i bimbi chissà dove sono, questo è un parco della memoria, il parco del passato.
Con riconoscenza si avvicina ai bianchi petrosi cippi, posa la mano sulla fredda parete ruvida, accarezza le tracce labili di lettere, segue le volute di stemmi corrosi dal tempo o erosi dalle mani di potenti che cancellavano le precedenti simbologie.
Come la sua ragione che, labile, non registra più la continuità della memoria quotidiana, con le macchie oscure che la impigliano in una follia senile, così questi cippi bianchi sono i frammentari testimoni di un passato di storia.
La forma di ognuno indica una funzione, ogni iscrizione rivela dei dati storici, ogni stemma è un documento.
Di che cosa? Sulla panchina di ferro, che sembra persino umida, sosta un momento, incerto, e scava, invano, con ansia e fatica, nel blob della sua mente!
E' riconoscente, questo è il sentimento più riconoscibile...sa che c'è qualcuno che scava nel passato storico, che porta qui ciò che il territorio ha tenuto nascosto nello strato di terra, nelle antiche strutture, nelle chiese, nelle strade, nei ruderi di castelli, nei conventi.....e lo sguardo s'alza alla imponente Torre dei Bolognesi, e nel controluce sente fondersi qualcosa dentro.....
Il Museo Nuovo del Territorio è là, sicuro.
Guarda allora al cancello d'entrata e, tremando, va incontro a Maria, la sua badante polacca.
http://www.museodinonantola.it/torre_bolognesi.html
Testo e immagini di ivanasetti
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