Zucca...e BRUSTOLINE
Voi non potete capire quale possa essere la mia "esaltazione", quando mi si accende una ...lampadina!!!!
Avevo spaccato una violina...e il groviglio di visceri che avvolgeva le "rumèle" mi ha presentato all'improvviso un flash-back della mia giovinezza!
Le nostre cittadine della Bassa Bolognese, ma anche di altre province emiliano-romagnole sono caratterizzate da lunghi corsi e piazze muniti di portici...quindi la vita sociale ha una bellissima opportunità di usufruire di questo "salotto" all'aperto!
I mercati settimanali, un tempo si svolgevano anche la domenica, accoglievano mercanti e mediatori, commercianti, venditori e compratori, che a rugoletti "differenziati" trattavano la propria merce, concludevano affari, suggellavano contratti infilandosi nell'osteria o bar prospiciente a bere un caffè corretto, un anicione o una sambuca!
Studenti, operai, ragazze affollavano poi nei pomeriggi e nelle sere i vari spazi sotto le volte accoglienti, a parlare, raccontarsi, ridere, rilassarsi!
Nei giorni festivi si faceva lo struscio, la passeggiata in due file per tre o quattro, una per un verso e l'altra che veniva incontro...e gli sguardi, i sorrisi timidi, i cenni venivano scambiati, ad ogni incrociarsi nel giro di ritorno, da futuri fidanzatini, che così avevano modo di verificare un sentimento, di consolidare le simpatie ecc...
In punti strategici, sotto le arcate, visibili sia a quelli all'interno dei portici, che a quelli che stazionavano lì sotto, o agli altri che percorrevano le vie e i corsi all'esterno, si trovavano i tipici personaggi ambulanti, che offrivano di stagione in stagione, dalla granatina alle caldarroste, dalla carruba al castagnaccio...e le BRUSTOLINE.
Un trabiccolo a cilindro conteneva un braciere e sulla piastra ben calda si arrostivano dolcemente i semi di zucca salati. Ne compravi un bel cartoccino e con precisa presa infilavi l'apice del seme salato fra gli incisivi e il guscietto crocchiava aprendosi, e la saporita anima la gustavi ancora calda, ma anche fredda era buonissima!
La Maria o la Caterina, una a un capo del corso, la seconda all'altro capo, facevano giornata così, con una clientela fissa di coloro che andavano al cinema, di altri che passeggiavano, altri che li compravano per le serate in compagnia a giocare a tombola in famiglia; contribuivano così, con questa attività, anche di sacrificio, a mantenere la famiglia, soprattutto nella stagione in cui non si poteva andare come braccianti a lavorare nei campi dei contadini.
Curioso era vedere, su selciati e pavimentazioni, delle zone tutte punteggiate di guscietti vuoti di brustoline, lì a testimoniare le prolungate soste di gruppetti di amici, che avevano consumato nelle ore tante brustoline...e la notte i netturbini avevano parecchio da ramazzare.
La brustolina e le donnette con il braciere sono sparite da un pezzo, sostituite dal "brustolinaio" artigiano, che con adeguati macchinari lavorava il seme di zucca, preparava le bustine e riforniva le biglietterie dei cinematografi, i bar, negozietti....finché non sono arrivate le buste di popcorn, patatine ai mille odori, che, almeno per me, hanno corrotto l'atmosfera delle sale cinematografiche.
Da vent'anni mio cognato non fa più l'artigiano della brustolina, riforniva buona parte della provincia, andando quasi sempre lui stesso a portare i sacchetti anche nei più dispersi bar di campagna, trattorie, cinema, teatrini, negozi, periodicamente...poi la brustolina è quasi sparita...la si può comprare al super, in buste trasparenti...ma non sono le nostre brustoline, né per la dimensione, né per il modo di prepararle: non risultano belle croccanti e poco salate all'esterno, come erano invece quelle di un tempo.
Con le due metà di violina sul tavolo davanti a me, la mia mano immersa nella molle e gelatinosa massa delle "rumèle", si è accesa la lampadina!!!!
Devo chiedere a Carlo la ricetta per le buone brustoline di un tempo...ho pensato di colpo.
Puntigliosamente ho scritto tutta la procedura, chiedendo di tutto e di più
Mi ci sono voluti dieci giorni per ottenere dai semi di una zucca violina un pugno di brustoline dal sapore stupendo ....quello della memoria.
Voi non potete capire quale possa essere la mia "esaltazione", quando mi si accende una ...lampadina!!!!
Avevo spaccato una violina...e il groviglio di visceri che avvolgeva le "rumèle" mi ha presentato all'improvviso un flash-back della mia giovinezza!
Le nostre cittadine della Bassa Bolognese, ma anche di altre province emiliano-romagnole sono caratterizzate da lunghi corsi e piazze muniti di portici...quindi la vita sociale ha una bellissima opportunità di usufruire di questo "salotto" all'aperto!
I mercati settimanali, un tempo si svolgevano anche la domenica, accoglievano mercanti e mediatori, commercianti, venditori e compratori, che a rugoletti "differenziati" trattavano la propria merce, concludevano affari, suggellavano contratti infilandosi nell'osteria o bar prospiciente a bere un caffè corretto, un anicione o una sambuca!
Studenti, operai, ragazze affollavano poi nei pomeriggi e nelle sere i vari spazi sotto le volte accoglienti, a parlare, raccontarsi, ridere, rilassarsi!
Nei giorni festivi si faceva lo struscio, la passeggiata in due file per tre o quattro, una per un verso e l'altra che veniva incontro...e gli sguardi, i sorrisi timidi, i cenni venivano scambiati, ad ogni incrociarsi nel giro di ritorno, da futuri fidanzatini, che così avevano modo di verificare un sentimento, di consolidare le simpatie ecc...
In punti strategici, sotto le arcate, visibili sia a quelli all'interno dei portici, che a quelli che stazionavano lì sotto, o agli altri che percorrevano le vie e i corsi all'esterno, si trovavano i tipici personaggi ambulanti, che offrivano di stagione in stagione, dalla granatina alle caldarroste, dalla carruba al castagnaccio...e le BRUSTOLINE.
Un trabiccolo a cilindro conteneva un braciere e sulla piastra ben calda si arrostivano dolcemente i semi di zucca salati. Ne compravi un bel cartoccino e con precisa presa infilavi l'apice del seme salato fra gli incisivi e il guscietto crocchiava aprendosi, e la saporita anima la gustavi ancora calda, ma anche fredda era buonissima!
La Maria o la Caterina, una a un capo del corso, la seconda all'altro capo, facevano giornata così, con una clientela fissa di coloro che andavano al cinema, di altri che passeggiavano, altri che li compravano per le serate in compagnia a giocare a tombola in famiglia; contribuivano così, con questa attività, anche di sacrificio, a mantenere la famiglia, soprattutto nella stagione in cui non si poteva andare come braccianti a lavorare nei campi dei contadini.
Curioso era vedere, su selciati e pavimentazioni, delle zone tutte punteggiate di guscietti vuoti di brustoline, lì a testimoniare le prolungate soste di gruppetti di amici, che avevano consumato nelle ore tante brustoline...e la notte i netturbini avevano parecchio da ramazzare.
La brustolina e le donnette con il braciere sono sparite da un pezzo, sostituite dal "brustolinaio" artigiano, che con adeguati macchinari lavorava il seme di zucca, preparava le bustine e riforniva le biglietterie dei cinematografi, i bar, negozietti....finché non sono arrivate le buste di popcorn, patatine ai mille odori, che, almeno per me, hanno corrotto l'atmosfera delle sale cinematografiche.
Da vent'anni mio cognato non fa più l'artigiano della brustolina, riforniva buona parte della provincia, andando quasi sempre lui stesso a portare i sacchetti anche nei più dispersi bar di campagna, trattorie, cinema, teatrini, negozi, periodicamente...poi la brustolina è quasi sparita...la si può comprare al super, in buste trasparenti...ma non sono le nostre brustoline, né per la dimensione, né per il modo di prepararle: non risultano belle croccanti e poco salate all'esterno, come erano invece quelle di un tempo.
Con le due metà di violina sul tavolo davanti a me, la mia mano immersa nella molle e gelatinosa massa delle "rumèle", si è accesa la lampadina!!!!
Devo chiedere a Carlo la ricetta per le buone brustoline di un tempo...ho pensato di colpo.
Puntigliosamente ho scritto tutta la procedura, chiedendo di tutto e di più
Mi ci sono voluti dieci giorni per ottenere dai semi di una zucca violina un pugno di brustoline dal sapore stupendo ....quello della memoria.
Commenti
smiles, bee
xxoxoxoxoxoxoxoxo
Sometimes i like to go the memory...path!!!
Ciaoo!!!
Have a lovely day!
smiles!
xoxoxox
Ivana
L'esecuzione della ricetta ha richiesto appunto una decina di giorni, per le asciugature, l'impregnatura, nuova asciugatura e tostatura finale, tutto naturale!!!!
Grazie, ciao!
Ma erano zucche edibili, le tue trovatelle???
Penso che occorra selezionare il seme per avere quelle veramente dolci, sode...non ricordo come faceva mio padre!!!
O forse devo chiedere ad Anna, che le aveva fino a qualche settimana fa nel suo orto...io sono sempre stata distratta e poco interessata al mondo vegetale...solo adesso mi si risvegliano queste curiosità
Si hanno diverse vite..a disposizione, a quanto sembra!!!!
Buona serata!!!
ho letto l'articolo sulle brustoline, ma alla fine, come le ha preparate?
(oggi io ho aperto una zucca e, mentre il risotto salsiccia e zucca 'diceva magnem' come si dice a Sassuolo, i semi sono venuti bruciacciati e l'interno non si stacca dalla buccia...
non avevo pero' letto i post precedenti per i tempi di asciugatura, salagione ecc)
saluti
Luciano Botti
ho letto il post, ma alla fine le brustoline come le fa? Oggi ho aperto una zucca e le brustoline mi sono venute secche e con il seme che non si stacca (mentre il risotto con zucca e salsiccia 'diceva magnem', come si dice a Sassuolo....
saluti
luciano botti
Grazie del commento!
Complimento per il risotto con la zucca!
Per le brustoline...ho desistito dal pubblicare la ricetta, o meglio il metodo artigianale che aveva mio cognato per farle e per distribuirle dappertutto in zona!
Le feci solo quella volta lì, non ricordo dove ho messo le annotazioni, ma non vale la pena di farle in casa proprio per ottenere il risultato delle brustoline che faceva mio cognato: erano le piccoline, non quelle grandi, che non risultano croccanti e non si aprono bene, bensì quelle ovali, affusolate, che arrostendo si sollevano un po' non aderendo più alla buccia!
Il metodo richiede un ciclo di due o tre giorni, e bisogna proprio avere quei tempi, e soprattutto un essicatoio adatto a questa cottura!
Grazie della visita, mi fa molto piacere conoscere persone che amano ancora la tradizione!
Buona serata!