APPENNINO... nel ricordo
1950...i ricordi dell'Appenino mi richiamano un ambiente rustico, piacevole quel tanto che ci si scrollava di dosso, per alcune settimane, il sapore del sudore, e per quell'offrirci un sollievo con la sua aria fina, che ci faceva dimenticare l'oppressione dell'afa di pianura.
Non si soggiornava in alberghi o pensioni, che erano ben rari a quei tempi, ma in piccoli appartamenti o anche solo camere presso famiglie e partecipavi di conseguenza anche alla loro vita quotidiana.
Era un approccio già interessante per le usanze molto diverse, anche se erano poche le decine di chilometri che ci separavano..
Il piacere di quelle settimane consisteva nel recarsi di sera a prendere il gelato nel centro del paese, a passeggiare su e giù per il corso, con la nostra aria di villeggianti, quindi "gente speciale"!!!
La giornata poi era un sereno relax nel bosco dietro casa a leggere la rivistina, se la si trovava al negozio "fornito di tutto", che fungeva anche da edicola, o a leggere i libri che ti eri portata dietro.
Amicizie se ne facevano di rado, magari qualche chiacchierata con coetanei che villeggiavano da quelle parti, pure loro avvolti dalla bambagia protettiva, di zie o nonne o sorelle maggiori.
Una simpatia? Va be' poteva succedere, nella penombra della sera, di provare una strana sensazione nell'incrociare il brillio degli occhi del giovane che si trovava nello stesso gruppo...magari ci si scambiava anche l'indirizzo e avresti ricevuto una peregrina cartolina di saluto quando già eri sui banchi di scuola...ma poi il ricordo si disperdeva nelle nebbie dell'autunno!
Il paesino montanaro di quegli anni si chiamava Zocca, nel Modenese.
Ma poteva anche essere Montese, o Vidiciatico o Lizzano, tutti sui colli o bassa montagna, non lontani da me...
Erano lontani i tempi delle...Dolomiti!
1950...i ricordi dell'Appenino mi richiamano un ambiente rustico, piacevole quel tanto che ci si scrollava di dosso, per alcune settimane, il sapore del sudore, e per quell'offrirci un sollievo con la sua aria fina, che ci faceva dimenticare l'oppressione dell'afa di pianura.
Non si soggiornava in alberghi o pensioni, che erano ben rari a quei tempi, ma in piccoli appartamenti o anche solo camere presso famiglie e partecipavi di conseguenza anche alla loro vita quotidiana.
Era un approccio già interessante per le usanze molto diverse, anche se erano poche le decine di chilometri che ci separavano..
Il piacere di quelle settimane consisteva nel recarsi di sera a prendere il gelato nel centro del paese, a passeggiare su e giù per il corso, con la nostra aria di villeggianti, quindi "gente speciale"!!!
La giornata poi era un sereno relax nel bosco dietro casa a leggere la rivistina, se la si trovava al negozio "fornito di tutto", che fungeva anche da edicola, o a leggere i libri che ti eri portata dietro.
Amicizie se ne facevano di rado, magari qualche chiacchierata con coetanei che villeggiavano da quelle parti, pure loro avvolti dalla bambagia protettiva, di zie o nonne o sorelle maggiori.
Una simpatia? Va be' poteva succedere, nella penombra della sera, di provare una strana sensazione nell'incrociare il brillio degli occhi del giovane che si trovava nello stesso gruppo...magari ci si scambiava anche l'indirizzo e avresti ricevuto una peregrina cartolina di saluto quando già eri sui banchi di scuola...ma poi il ricordo si disperdeva nelle nebbie dell'autunno!
Il paesino montanaro di quegli anni si chiamava Zocca, nel Modenese.
Ma poteva anche essere Montese, o Vidiciatico o Lizzano, tutti sui colli o bassa montagna, non lontani da me...
Erano lontani i tempi delle...Dolomiti!
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