DESPERATED OLD HOUSEWIVES!!!!
La casa, solatia (qui era ancora in ombra!!!)
La Dépendance, recupero di antico casello ferroviario della gloriosa Società Veneta, che collegava con la favolosa Marianna, trenino ciuff ciuff, Ferrara con Modena.
La casa, solatia (qui era ancora in ombra!!!)
La Dépendance, recupero di antico casello ferroviario della gloriosa Società Veneta, che collegava con la favolosa Marianna, trenino ciuff ciuff, Ferrara con Modena.
angoli creati dalla mia amica, in lunghi anni di solitario lavoro tenace!
Creature di pietre, silenti nell'ombra!
Piccoli viottoli capricciosi, fra piante ornamentali, ma anche ciliegi, pruni, albicocchi!
Piccoli viottoli capricciosi, fra piante ornamentali, ma anche ciliegi, pruni, albicocchi!
Una delle yucca, nel fulgore della fioritura
Di primo mattino mi chiama:
- Mi vieni a fotografare la casa e tutto il dintorno? -
Questa è una mia amica del tempo delle elementari, mia coetanea; vive in campagna, abbastanza lontana dal centro della cittadina, non è contadina, ma figlia di artigiani del legno. Vive sola, non sposata.
Mi ci porta in macchina lui.
Entro solo a depositare il portatile, un ambiente irriconoscibile, era la cucina antica dei genitori, si intravede la vetrina, il divanetto è affogato da roba indistinta, il tavolo pure è sovraccarico di carte, oggetti disparati, sacchetti, coperchi di scatole, anche un mazzetto di insalata gentilina in un angolo, la cucina economica ospita un vaso con fiori recisi, è il piano meno ingombro della stanza, ma mica posso appoggiare lì sopra il mio NoteBook! Mi libera una porzione di tavolino, che è un'appendice del tavolo grande, e mi rassegno ad aprire il portatile, quasi in bilico, con le foglie di insalata che sfiorano lo schermo.
- Guarda almeno come potrà essere il risultato! - mi preme farle notare, aprendo il programma immagini e visualizzando una cartella di foto.
- Ah, belle! - esclama, rifiutando di guardare, non interessata, - io le voglio tutte sviluppate! -
Siamo a un dialogo fra sordi, evidentemente...magari faccio una cinquantina di scatti, parecchi da eliminare, altri da correggere, e, per me, l'ideale sarebbe guardarmi gli effetti scenografici sullo schermo, non su un cartoncino monco, poco pratico da visionare.
Bene, c'è fretta, quindi di corsa verso il campo, l'erba è bagnata, il terreno soffice e anche melmoso per i giorni di pioggia precedenti. Vuole fotografato tutto l'esterno della casa, i fiori per vederne l'effetto cromatico, la vite per scoprirne la prospettiva, la siepe per vedere la disposizione dei vari arbusti e piante, di diverse dimensioni e forme.
Naturale che abbiamo due cognizioni diverse: lei vive nel suo ambiente, io non lo conosco, è una scoperta...e non mi dà il tempo di impossessarmi di una visuale complessiva della casa e del parco.
E subito ci scontriamo: io non vado a comando, devo sentire un'emozione, seguo lo stimolo visivo di uno scorcio, o noto un difetto di esposizione alla luce del sole di metà mattino, quasi mi rifiuto a seguirla:
- Mettiti qua, ecco devono venirci tutte le piante, anche la casa, anche ... - mi lancia questi imperativi, pilotando in qua e in là; sgambettiamo fra le foglie umide delle barbabietole nel campo del vicino, inzaccherandoci le scarpe nei punti più molli del fondo......
Rocambolesco reportage, con fotografa dilettante, apparecchiatura inesistente, sole che ti abbaglia la vista, tanto da non potere interpretare l'anteprima sul display allagato dalla luce, due vecchie donne quasi gattonanti nel campo verde delle barbabietole, una, quasi urlante, a dare i comandi, l'altra recalcitrante ad eseguirli! Don Chisciotte al comando, un Sancho Panza confusionario al seguito, penso interscambiabili, dal momento che non so, chi sia il più sprovveduto sognatore di noi due, a voler compiere imprese più grandi di noi!
Per fortuna che ci accontentiamo, o meglio i risultati soddisferanno quel tanto che sono proporzionati alla aspettativa di entrambe, ignoranti di come essi dovrebbero essere!
Tutto questo vagare di noi due ha uno spettatore contrariato, che sta lontano il più possibile, con uno sguardo di disapprovazione, soprattutto nei miei confronti, insofferente, con occhiatacce furtive, a segnalarmi che non ne può più.
Ma continuiamo imperterrite; attraverso la strada, valico un fosso, per fortuna senz'acqua, stavolta mi inoltro fra un campo di granturco, già alto fino alle anche, sono contro luce, ma devo scattare ugualmente, ancora più a naso stavolta; altro fosso ancora più profondo da oltrepassare, mi aggrappo alle erbe dell'argine, attraverso di nuovo la strada, entro da un altro cancello, altra casetta da fotografare, e i vasi, il boschetto di bambù, il garage di pietra con finestrelle, il pozzo con tetto, le yucca fiorite, il rosaio accostato a un cespuglio verde, le panchine isolate, le statuette solitarie, i vasi decorati, il ginkobiloba che sovrasta tutte le altre piante, il pollaio-porcile a casetta, i ciliegi già con le marasche colorate, l'angolo orto con le insalate e le erbe aromatiche...ma mi sto perdendo, forse in questa rincorsa sto replicando le vedute già raccolte...meglio seguire il cenno perentorio dello scorbutico spettatore e ritornare in casa.
Metto la schedina delle foto nell'alloggiamento, scarico la cinquantina di foto...qualcuna sghimbescia, altre monche, qualcuna in penombra, io già mi immagino a lavorarci sopra, a fare un certo discorso, ma l'amica mi sta accanto, un foglio e una matita in mano:
- Manca questo...manca quello...allora verrai un pomeriggio..... voglio tutta la casa da quella parte!!!!! -
- Dobbiamo fare la scelta, aggiustarle, ricomporle!!!! -
- Macché! Me le dai tutte! -
- Mica te le stampo...ti faccio il disco e lo porti dal fotografo!!! -
Ve lo figurate un professionista, che visionerà 'sta roba?
Di primo mattino mi chiama:
- Mi vieni a fotografare la casa e tutto il dintorno? -
Questa è una mia amica del tempo delle elementari, mia coetanea; vive in campagna, abbastanza lontana dal centro della cittadina, non è contadina, ma figlia di artigiani del legno. Vive sola, non sposata.
Mi ci porta in macchina lui.
Entro solo a depositare il portatile, un ambiente irriconoscibile, era la cucina antica dei genitori, si intravede la vetrina, il divanetto è affogato da roba indistinta, il tavolo pure è sovraccarico di carte, oggetti disparati, sacchetti, coperchi di scatole, anche un mazzetto di insalata gentilina in un angolo, la cucina economica ospita un vaso con fiori recisi, è il piano meno ingombro della stanza, ma mica posso appoggiare lì sopra il mio NoteBook! Mi libera una porzione di tavolino, che è un'appendice del tavolo grande, e mi rassegno ad aprire il portatile, quasi in bilico, con le foglie di insalata che sfiorano lo schermo.
- Guarda almeno come potrà essere il risultato! - mi preme farle notare, aprendo il programma immagini e visualizzando una cartella di foto.
- Ah, belle! - esclama, rifiutando di guardare, non interessata, - io le voglio tutte sviluppate! -
Siamo a un dialogo fra sordi, evidentemente...magari faccio una cinquantina di scatti, parecchi da eliminare, altri da correggere, e, per me, l'ideale sarebbe guardarmi gli effetti scenografici sullo schermo, non su un cartoncino monco, poco pratico da visionare.
Bene, c'è fretta, quindi di corsa verso il campo, l'erba è bagnata, il terreno soffice e anche melmoso per i giorni di pioggia precedenti. Vuole fotografato tutto l'esterno della casa, i fiori per vederne l'effetto cromatico, la vite per scoprirne la prospettiva, la siepe per vedere la disposizione dei vari arbusti e piante, di diverse dimensioni e forme.
Naturale che abbiamo due cognizioni diverse: lei vive nel suo ambiente, io non lo conosco, è una scoperta...e non mi dà il tempo di impossessarmi di una visuale complessiva della casa e del parco.
E subito ci scontriamo: io non vado a comando, devo sentire un'emozione, seguo lo stimolo visivo di uno scorcio, o noto un difetto di esposizione alla luce del sole di metà mattino, quasi mi rifiuto a seguirla:
- Mettiti qua, ecco devono venirci tutte le piante, anche la casa, anche ... - mi lancia questi imperativi, pilotando in qua e in là; sgambettiamo fra le foglie umide delle barbabietole nel campo del vicino, inzaccherandoci le scarpe nei punti più molli del fondo......
Rocambolesco reportage, con fotografa dilettante, apparecchiatura inesistente, sole che ti abbaglia la vista, tanto da non potere interpretare l'anteprima sul display allagato dalla luce, due vecchie donne quasi gattonanti nel campo verde delle barbabietole, una, quasi urlante, a dare i comandi, l'altra recalcitrante ad eseguirli! Don Chisciotte al comando, un Sancho Panza confusionario al seguito, penso interscambiabili, dal momento che non so, chi sia il più sprovveduto sognatore di noi due, a voler compiere imprese più grandi di noi!
Per fortuna che ci accontentiamo, o meglio i risultati soddisferanno quel tanto che sono proporzionati alla aspettativa di entrambe, ignoranti di come essi dovrebbero essere!
Tutto questo vagare di noi due ha uno spettatore contrariato, che sta lontano il più possibile, con uno sguardo di disapprovazione, soprattutto nei miei confronti, insofferente, con occhiatacce furtive, a segnalarmi che non ne può più.
Ma continuiamo imperterrite; attraverso la strada, valico un fosso, per fortuna senz'acqua, stavolta mi inoltro fra un campo di granturco, già alto fino alle anche, sono contro luce, ma devo scattare ugualmente, ancora più a naso stavolta; altro fosso ancora più profondo da oltrepassare, mi aggrappo alle erbe dell'argine, attraverso di nuovo la strada, entro da un altro cancello, altra casetta da fotografare, e i vasi, il boschetto di bambù, il garage di pietra con finestrelle, il pozzo con tetto, le yucca fiorite, il rosaio accostato a un cespuglio verde, le panchine isolate, le statuette solitarie, i vasi decorati, il ginkobiloba che sovrasta tutte le altre piante, il pollaio-porcile a casetta, i ciliegi già con le marasche colorate, l'angolo orto con le insalate e le erbe aromatiche...ma mi sto perdendo, forse in questa rincorsa sto replicando le vedute già raccolte...meglio seguire il cenno perentorio dello scorbutico spettatore e ritornare in casa.
Metto la schedina delle foto nell'alloggiamento, scarico la cinquantina di foto...qualcuna sghimbescia, altre monche, qualcuna in penombra, io già mi immagino a lavorarci sopra, a fare un certo discorso, ma l'amica mi sta accanto, un foglio e una matita in mano:
- Manca questo...manca quello...allora verrai un pomeriggio..... voglio tutta la casa da quella parte!!!!! -
- Dobbiamo fare la scelta, aggiustarle, ricomporle!!!! -
- Macché! Me le dai tutte! -
- Mica te le stampo...ti faccio il disco e lo porti dal fotografo!!! -
Ve lo figurate un professionista, che visionerà 'sta roba?
Avrà mai il coraggio di dirle, quale materiale sarà idoneo a essere sviluppato?
Alla prossima volta!
Commenti
ma che dici???
Dunque, come capirai ho redatto questo post "clandestinamente"!
Mi sono già troppo esposta...mi sto nascondendo dietro la coscienza sporca...ho tradito un po' la mia amica...anche se sotto sotto, le ho accennato che avrei usato il materiale per il mio blog!!! Il CD è nelle sue mani (va be' mica avrei il problema, son tutte qui in una cartella, a decantare!)
Va be' non è finita, una corsa da un'altra amica nel pomeriggio, quindi altre impressioni "di viaggio", prossimamente, su questo schermo!!!!
Un abbraccio!!!!
e grazie...sei molto carina!!!!
ciao
Ci vuole pazienza, ci insegni.
Baci8
Luca&Sabrina
state prendendo un abbaglio!!!!
Sono digitale dipendente, ma solo per mania!!!!
E' un modo di interpretare la natura e la mia curiosità per essa...e non solo!
Grazie..
Ciao!!!
In Piemonte, eravamo abituati a case più "orizzontali", ecco.
Sta di fatto, che, quadrate o rotonde, per noi le case di Bologna sono più magiche di tutte le altre. Qui ci siamo innamorati, in fondo. Ed è tutto detto.
hai ragione...anch'io ho questa distorsione mentale, chiamiamola così, di guardare l'urbanistica come dstintivo di un luogo, di una regione...i colori, le forme, gli stili connotano sempre le diversità, da luogo a luogo!
Tornando alla dépendance: questa è "archeologia industriale, quasi...da oltre cinquant'anni la linea ferroviaria privata Ferrara-Modena è stata soppressa, questi sono i caselli distribuiti sulla linea di allora, che furono ceduti ai privati che ne facevano richiesta, non so a quali condizioni! Da qui la forma stereotipata a "parallelepipedo verticale".
Grazie della visita!
Ciao!!!
A volte vede più un occhio inesperto che uno allenato e pratico!
Come la vogliamo chiamare? Fortuna del principiante? Fatto stà che davvero, lo dico sinceramente, queste foto sembrano cartoline!
grazie del complimento: il titolo potrebbe essere inteso: nonna ivana sta fotografando, non che io sono "fotografa"...non ci penso neanche!!!
Per me è solo un modo di interpretare ciò che mi circonda, solo per soddisfare la mia curiosità "effimera", non approfondisco mai, passo sempre oltre...non mi fossilizzo...mi stanco!!!
Va be' mica è ora di filosofeggiare..a quest'ora!!!
Tutto bene Anna? Sei a casa stamattina?
Un abbraccio e...grazie!!!
Spero che per il nuovo anno si smuova qualcosa a livello lavorativo: oltre la necessità economica vera e propria, avanza anche la necessità di "cambio d'aria"!
Ma da sola e con 2 bambini dalle svariate necessità non mi è facile impiegarmi in alcun modo!
Continuo a smperare in un repentino e positivo cambiamento!
baci
tieni duro!
Ti sono vicina vicina!!!!
In bocca al lupo!
un abbraccio!