Passa ai contenuti principali

La Magia della festa per San Giovanni


Siamo nel periodo magico del solstizio d'estate, allorché il sole è alla sua massima estensione nelle 24 ore del giorno, e di conseguenza la notte è più corta.In tanti paesi, soprattutto nell'Europa del nord questi giorni hanno un simbolismo molto pronunciato, si svolgono feste che rihiamano questo cammino del sole, che da questo momento retrocede, dando più potere alla notte, quindi alla luna!Dalle nostre parti forse si sono perse quelle usanze rurali della raccolta di erbe, fiori e frutti che caratterizzavano questo periodo. Un piccolo richiamo per queste tradizioni lo testimonio con questo mazzetto magico,accompagnato dalla rituale serie di versi, che ne cantano le proprietà.
L'aglio, la lavanda, la spiga.

Il grano porta abbondanza
La lavanda serenità
Donan bellezza i fiori
E protezione il velo dà
Con l'aglio ogni malanno
la casa lascerà.

Praticamente sono erbe e prodotti della terra proprio del periodo, ma la tradizione popolare attribuiva loro proprietà magiche.Ho acquistato questa confezione alla "FIRA di AI", una fiera che si svolge a S. Giovanni Persiceto, in questi due fine settimana, in occasione della festa cattolica del Santo Patrono.
Ma la raccolta delle noci per realizzare il prezioso "nocino" viene immancabilmente fatta da sorelle e cognate!!!

Commenti

Anonimo ha detto…
dalle nostre parti, soprattutto in Carso, ardono i falò di san Giovanni e credo fosse abitudine saltare oltre il fuoco, mi trovai una volta con ragazzini a farlo. La mamma mi sgridò dicendo Chi gioca troppo col fuoco poi fa la pipì a letto...
bene, invece a casa mia si gettava il piombo la sera della vigilia di san Giovanni: si prendeva una vecchia padella usata solo per quello, si scioglievano piombini, soldatini di piombo rotti.. e quando era liquido si buttava il tutto di colpo in un gran catino d'acqua fredda, e chi sapeva leggeva i grumi che si formavano e faceva previsioni, a seconda della forma assunta, per l'anno a venire. poi col tempo abbiamo smesso perchè nessuno sapeva più interpretarle.
ivana ha detto…
Ciao cara!

Mi sto disintossicando...ma non troppo, sto leggendo sotto il gazebo, oggi è caldo, e vengo a vedere il blog di tanto in tanto...grazie della visita!!!!
In questi giorni desidero tanto avere ricordi del passato, ma soprattutto avere accanto le persone di allora, i famigliari, le figure carismatiche intorno alle quali si svolgeva la vita quotidiana, con certe suggestioni che si sono inesorabilmente perse!
Ma allora è vero che le radici ci sono, e sono davvero profonde!!!
Scusa....ora vado a cena!
Ci sentiamo presto!
unika ha detto…
ivana....sempre cose interessanti trovo sul tuo blog....un bacione e buona giornata
Annamaria
ivana ha detto…
Grazie Annamaria!
Che starai facendo da mangiare? Va be' guardo stasera!!
Buona giornata a te!
Palmiro Poltronieri ha detto…
oggi è S. Giovanni!
mi avete ricordato che ci sono le noci da raccogliere, grazie!
dalle mie parti (Czech Rep) al posto del piombo si faceva con lo stagno, in un cucchiaio, per Capodanno, e venivano fuori le figure più strane..
ciao!

zavorka
Palmiro Poltronieri ha detto…
Grazie per avermi ricordato di raccogliere le noci!

zavorka
ivana ha detto…
Ciao Za,

anche qui hanno raccolto ieri sera le noci...mia sorella aveva tutte le mani macchiate stamattina!!!!
Anche le amiche hanno provveduto!
Poi ci siamo ricordate di una usanza delle nonne (mie nonne!!!!) che con la rugiada della notte di S. Giovanni bagnavano i capelli dei neonati, affinché diventassero ricci! Boh!
Anche l'augurio quando si starnutisce, ricorda il S. Giovanni Battista:
bandesc(i)a , sen zvanein
ch'al bandesc tot i putein...
nel dialetto basso-bolognese!

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.