- Si agiteranno, meglio che non ti avvicini-
mi consiglia.
Con la digitale in mano non desisto mai dal mio intento di fotografare, non sono aggressiva, li guardo negli occhioni marroni e rosati e
e scatto anche le foto, non si muovono, neppure fiatano, ci conosciamo, sembra, io li coccolo con le parole, essi mi ascoltano, allungano ancora verso di me il loro muso, in attesa di non so che.
Questo biondo appartiene ai gruppi di vitelloni charolais, che periodicamente arrivano dalla Francia, soggiornano nella grande stalla di mia sorella, poi vengono avviati alla macellazione.
Li guardo e non vedo la bistecca, il brasato, le fettine o i medaglioni che sono quotidianamente sui nostri piatti, come cibo. Sono semplici creature ignare, come vorrei esserlo anch'io, del loro futuro. L'attimo è dolce, mi illudo che lo sia reciprocamente, lo è forse....la vita offre segmenti di gioia, meglio goderli interamente e non riflettere.
Nel campo della zootecnia, si sa, si pensa alle selezioni più varie, per andare incontro a vari interessi economici e sociali.
Razza da carne vuol dire ottenere nel minor tempo possibile, a condizioni economiche convenienti, una qualità di carne ottima, da animali, che abbiano caratteristiche idonee a questo progetto.
Da quasi una ventina di anni anche l'Italia importa il vitellone di razza Charolaise, proveniente dalla Francia. nel 1987 nasce l'Associazione Nazionale Allevatori Charolaise e Limousine A.N.A.C.L.I, alcuni allevatori della mia zona sono associati.
Cito da agraria.org:
"La culla di origine è la regione di Charolles in Francia. Per le sue doti di rusticità, per la tendenza a produrre ottima carne e per la sua facile acclimatazione, è allevata in tantissimi altri paesi, e soprattutto è utilizzata come razza incrociante. In passato era razza a duplice attitudine (lavoro e carne), ma con il passare del tempo è stata selezionata essenzialmente per la produzione di carne. Razza precoce, prolifica e con un armonico sviluppo delle varie regioni del corpo. E' la prima razza da carne in Francia"
Cito anche le caratteristiche:
"Il colore del mantello è bianco crema o bianco sporco. Le mucose sono depigmentate rosee. La testa è piccola, corta, specie nei maschi, con fronte ampia. Occhi grandi; orecchie di media grandezza e mobili.
Tronco cilindrico e ottimo sviluppo del treno posteriore.
Corna corte, giallognole, nere in punta e rivolte in avanti.
animali massicci, con ottimo sviluppo delle masse muscolari e di statura media.
Peso vivo femmine 7-9 q.li - maschi 12-13 q.li
Le vacche dopo il parto allattano i vitelli e la produzione di latte è sufficiente fino allo svezzamento (6-7 mesi).
Eccezionale adattabilità a diverse condizioni di allevamento.
Resiste poco ai raggi solari (cute depigmentata).
Ottime caratteristiche alla produzione di carne (di ottima qualità).
In Italia i soggetti Charolaise sono utilizzati per la produzione di vitelloni all'età di 16-18 mesi e del peso vivo di 600-650 kg.
Il toro Charolaise è utilizzato per l'incrocio con bovine di razze da latte o di razze locali rustiche per la produzione di meticci F1 adatti per l'ingrasso."
Commenti
Già a vedere queste mucche, c'è da pensarle "fortunate" non come quelle che aveva mio padre che le legava a un giogo e le sfruttava proprio come "animali" diceva lui, nell'arare la terra; ma anche lui nel periodo che si è dedicato alla terra, lavorava a testa bassa, un po' come gli animali più umili.
Saluti.
Buona notte a risentirci.
Luigi.
hai tagione, ormai qui da noi da anni non ci sono più animali da lavoro, abbiamo le macchine! Anch'io ho questi ricordi dei buoi, che non avevano compiti di riproduzione o di produzione latte, che venivano usati come animali di fatica, per l'aratura dei campi!
Da noi c'era la razza Romagnola, ne parlo in un post, anche qui, che oggi fa parte della razza bianca dell'Appennino, in cui sono compresi altri bovini della catena appenninica fino alla Calabria, e sono ottimi da carne, e penso che sia una razza italiana che ha trovato anche la via dell'esportazione!!
Non è proprio l'orario di parlare di zootecnia...va be', buona notte!
Luigi.
Pascoli qui non ce ne sono...la pianura è così intensamete coltivata che non c'è niente di libero... solo foraggi secchi, o mangimi.Per questo la vita di questi bei biondi è così programmata, circoscritta a pochi mesi di ingrasso poi la macellazione!
Buona giornata