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Lambrusco di Sorbara

I grappoli molto particolari dell'uva di Sorbara

Filari a perdita d'occhio, nella pianura assolata dell'inizio di settembre



Il Lambrusco è un vitigno antico di 2000 anni, il suo vino ha tribolato prima di venire riconosciuto come vino che può stare alla pari con altri molto rinomati. Da ricordare che nel 1900, proprio a Parigi ottenne il terzo posto, il bronzo.Solo nel 1970 le varie categorie di produttori hanno ottnuto il riconoscimento di denominazione di origine controllata. La provincia di Modena produce i maggiori, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro e Lambrusco Salamino di Santa Croce. Le fasce territoriali sono abbastanza nette, la composizione del terreno, di origine alluvionale, compresa tra i fiumi Secchia e Panaro, si diversifica in modo evidente; andando verso la parte collinare, il fondo argilloso dà caratteristiche diverse, da quelle che si hanno nel Lambrusco di Sorbara, che si trova invece su un terreno sciolto, sabbioso e ricco di potassio. La produzione del Lambrusco di Sorbara non è molto abbondante, anche perché l'uva ha difficoltà di maturazione per un difetto florale. In certe annate i grappoli hanno acini piccolissimi, per cui la resa in vino è parecchio compromessa.Io preferisco proprio il Lambrusco di Sorbara , per le caratteristiche che per la disciplinare devono corrispondere a queste:
Colore:rosso rubino o granato varia trasparenza


Spuma: vivace, frizzante ottenuta solo per fermentazione naturale in bottiglia
odore: profumo che ricorda quello della violetta
sapore: secco o asciutto; abboccato o amabile o dolce; di corpo fresco; sapido ed armonico;
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50%;
acidità totale minima: 6 per mille;
estratto secco netto minimo: 20 per mille.

Tutti i comuni confinanti a ovest e nord col mio comune sono il territorio d'origine di questo vino.
Gli abbinamenti ai piatti locali, quali tortellini, salumi, cotechino, pesci grassi e ai formaggi sono sempre ottimali.

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