Quel giorno, all'improvviso, il cavallo s'imbizzarrì, stavamo sul calesse e dal fondo del podere verso casa fu tutta una corsa folle e a strattonate; la testa alzata, la criniera e la coda al vento lo trasformarono in un mitologico essere infuriato, tremendo ma affascinante e le nostre grida erano di spavento e di eccitazione. La bella carreggiata erbosa divenne una pista veloce, gli olmi scuri dalle foglie odorose un muro vibrante intorno. La stalla vicina, gli odori consueti dell'aia smorzarono in un tutt'uno quell'ardore selvaggio e noi ci trovammo tremanti e sudate incollate sul sedile, salve, in cortile, su quel calesse che sembrava essere stato sul punto di perdere le ruote e anche di sfasciarsi. A dire la verità sul calesse non ci siamo più salite da allora, preferivamo percorrere quella carreggiata a piedi, fermandoci sul ciglio a cercare con lo sguardo i quadrifogli, che tu scovavi tanto facilmente, mentre io non ne ho mai trovato uno.
Nelle vacanze estive ci vedevamo meno spesso, anche perché non avevamo la possibiltà di comunicare l'una con l'altra; aspettavamo la domenica mattina, frequentavamo la chiesa, poi si facevano le strusciate sotto i portici, due processioni affiancate che procedevano l'una in senso inverso rispetto l'altra per quattrocento metri circa, e noi si parlava , si sbirciava su quelli che incrociavamo, si faceva venire l'ora di pranzo così, compiendo un'attività di socializzazione, come si direbbe oggi, una educazione alla vita, sentimentale e sociale. Si facevano incontri, che a volte erano quelli decisivi per il futuro della donna di allora, (mogli e buoi dei paesi tuoi), prima gli sguardi, poi dei messaggi intermediati, infine l'approccio timido, la conoscenza a due, lo struscio si faceva più privato, da coppia, via via gli altri perdevano di importanza, gli amici facevano da contorno.
Dove ripongo queste foto???
Nelle vacanze estive ci vedevamo meno spesso, anche perché non avevamo la possibiltà di comunicare l'una con l'altra; aspettavamo la domenica mattina, frequentavamo la chiesa, poi si facevano le strusciate sotto i portici, due processioni affiancate che procedevano l'una in senso inverso rispetto l'altra per quattrocento metri circa, e noi si parlava , si sbirciava su quelli che incrociavamo, si faceva venire l'ora di pranzo così, compiendo un'attività di socializzazione, come si direbbe oggi, una educazione alla vita, sentimentale e sociale. Si facevano incontri, che a volte erano quelli decisivi per il futuro della donna di allora, (mogli e buoi dei paesi tuoi), prima gli sguardi, poi dei messaggi intermediati, infine l'approccio timido, la conoscenza a due, lo struscio si faceva più privato, da coppia, via via gli altri perdevano di importanza, gli amici facevano da contorno.
Dove ripongo queste foto???
Commenti
Sì, un film...la pellicola si riavvolge...la memoria si dirada...lontano!
Chi sa, ci sarà una prossima volta in cui di nuovo affiorirà!!!
Pur nella tristezza è bello avere le immagini che silenziosamente ti scorrono davanti, come improvvisi riflessi in uno specchio!
Buona Pasqua a te!!!!