La padella, dalle nostre parti, nelle zone rurali, quasi quasi resiste ancora nelle usanze culinarie!Quella che mostro nella foto ne è un esempio: viene usata dalla signora Maddalena per i fritti importanti, ma soprattutto per il gnocco, le patate, il friggione, tipici piatti della bassa bolognese. Naturalmente la fonte di calore, oggi, è il fornello a gas!
E' in rame stagnato internamente, all'esterno è annerita dall'uso fatto per decenni, ha un lungo manico esterno e un semicerchio metallico che serve per appenderla al gancio della catena del camino. Sotto si governava la fiamma di legna da ardere a seconda del cibo che si doveva friggere.
Era dunque un attrezzo importantissimo, faceva parte della batteria di cucina, era usato per preparare la cena: patate fritte, o un bel galletto a pezzi, o il pesce gatto della vigilia, se si voleva fritto, ma si poteva poi fare ammorbidire su un bel letto di sugo di conserva aglio e prezzemolo preparato in tegame di cocco.
Basilare il suo uso per le frittelle del Giovedì Grasso, o anche quelle imbastite con l'avanzo di minestra del mezzogiorno, se con fagioli era gustosissima.
Per friggere si usava quasi esclusivamente lo strutto, che si otteneva dalla preparazione dei ciccioli, dalla bollitura di parti grasse del suino e spremitura dei ciccioli mella pressa a ganasce,
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Scorrendo le pagine, ho rivisto la padella che usavano una volta i miei nonni,
per cucinare nel camino grande quasi come tutta la parete, con le patate fritte tagliate a spicchi con quel sapore inconfondibile di affumicato.
E' bello avere ancora la fortuna d'incontrare e conoscere persone come lei che, fermandosi davanti la vetrina del mio negozio rivedono le rosette comuni;
un tipo di pane che faceva la mia mamma e che cuoceva nel forno di fianco a casa.
In quest'epoca di fast food e pasti preconfezionati, mi fa onore e piacere incontrare e parlare con una persona come lei, molto attenta alle nostre tradizioni e ai costumi del passato, ai gusti e ai piaceri della buona tavola ormai dimenticati.
Continuerò a seguire il suo percorso nei ricordi, nelle ricette, e nelle tradizioni con entusiasmo
e curiosità . Concludo porgendo i miei saluti e quelli dalla mia famiglia Monica del Forno la Fenice.
uèèèè, che commento lungo e generoso!!! Troppo buona!!!
A me fa invece immensamente piacere, passare da voi e vedere davvero le cose del mio passato che le vostre mani realizzano ancora, per non fare sparire del tutto una "conoscenza" così preziosa, di forme e sapori!
Grazie...io continuo, nel mio piccolo a testimoniare tale cultura!
Saluti a voi tutti!