Passa ai contenuti principali

Il torchio per la pasta fresca

Un cucinario come il mio non è che il riflesso del mio quotidiano, un insieme di esperienze soprattutto del passato, che mi fa piacere rivivere in un piatto della memoria, o nei racconti di vita.

Questo è fotografato alla fiera di S.Agata, già qui nel blog. Un signore colleziona e cura tutta l'oggettistica della civiltà contadina, a me piace ritrovare queste testimonianze, perché tante cose facevano parte della mia vita. Il nostro di casa era circa come questo





Il torchio a muro per la preparazione della pasta. Io ne ho dei ricordi vividi, perché sono collegati a persone, momenti e a fatiche.
L'attrezzo, stava murato nella loggia..e due volte la settimana si preparava l'impasto semplice di farina e acqua, ma durissimo, e lo si faceva passare per il cilindro e le diverse trafile dei formati di pasta. Occorreva una forza da adulti per azionare la barra che si usava in casa mia per premere l'impasto nel cilindro, operazione accompagnata dall'altra che tagliava la pasta nella misura scelta, corta o lunga, ma regolare, all'altro capo!

Commenti

Anonimo ha detto…
Ehilà nonna Ivana, ti rivolgo un grande saluto sono vivo e lo sto dimostrando. Ho spiato ancora il tuo blog dopo un certo tempo.
Ha!! la civiltà contadina, che bellezza; ma che ricchezza: solo il Buon Dio poteva dare tanta intelligenza all'uomo per inventare un attrezzo del genere: parlo del torchio per la preparazione della pasta, non mi sarei mai immaginato che potesse esistere un attrezzo del genere! E' bellissimo e ricchissimo. Son felice di aver aggiunto un altro grande granello di cultura. Complimenti davvero.
Buona notte.
Luigi.
ivana ha detto…
Salve Luigi!
Bentornato! Grazie della visita. Il torchio per la pasta era abbastanza comune e in genere si facevano i maccheroni e la gramigna, meno frequentemente gli spaghetti....che in compagnia delle tagliatelle all'uovo erano il pasto quotidiano della gente di allora, e quello non era il primo piatto...ma il "piatto unico", accompagnato da un bicchiere di vino!!!
Ma ci sono vari modelli...io però uso uno piccolo da tavolo, a manovella e qualche volta faccio i miei maccheroni e la gramigna!!!! Buona giornata!!!
Ciao!!

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

PLATESSA al MICROONDE!!!

Il microonde è un elettrodomestico che mi piace sempre di più, sia a pranzo che a cena mi sono preparata due piatti semplici, simpatici...me lo dico da me stessa, ma in fondo anche il G. gradisce! Una confezione di platesse surgelate coop,  sono 6 filetti, per il pranzo delle Ceneri. Non sono molto amante dei pesci così delicati, piatti da malatini, mi ricordano le infinite volte che si preparano per bambini inappetenti, che poi lo diventano ancora di più! Nella padella si sbriciolano, non sai come voltarli, o ci fai una tale impanatura...che poi mangi solo pane bruciacchiato! O sono io che non so trattarli!  Stavolta invece ecco come ho fatto! Testo e immagini di ivanasetti 6  filetti di platessa scongelati, tenuti in un po' d'acqua e limone, poi asciugati 1  pomodoro maturo sodo e grande, tagliato a fette di pochi millimetri 1/2  limone, succo 2  cucchiaini di prezzemolo secco 2  cucchiaini di salamoia bolognese 2+2  cucchiai di olio e.v. 2       cucchiai di