Passa ai contenuti principali

Pane Pasquale di nonna ivana

La Domenica di Pasqua è imminente, le tradizioni di casa mia non mi suggeriscono specialità tipiche, per cui leggendo e ascoltando in giro, ho avuto l'idea di un pane-ciambella salato e saporito, da offrire per la colazione di Pasqua con le uova sode benedette.
Ero partita con questi ingredienti




Testo e foto di ivanasetti
che poi ho completato con mortadella, olio e yogurt





Ho cotto in uno stampo da budino capiente















350 g farina 00
1 bustina di lievito secco
1 cucchiaino di sale, una macinatina di pepe
70 g grana padano grattugiato
60 g mortadella tritata a dadini
2 uova
50 ml latte
2 cucchiai di yogurt
2 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
Mescolare il lievito alla farina, rompervi al centro le due uova mettere il formaggio grattugiato la mortadella lo yogurt, olio, sale e pepe e cominciare a mescolare con una forchetta, poi impastare a mano, deve essere una massa morbida.
Fare una palla e farla lievitare in una posizione calda. Dopo un'ora e mezza riprendere l'impasto, maneggiarlo leggermente riformare una palla e aggiustarlo nello stampo ben spennellato con olio.
L'ho lasciato lievitare circa 3 ore ancora.
Forno ventilato a 180° per 45 minuti.
Non dimenticare, come ho fatto io, di oliare bene la superficie, per mantenere la crosta meno dura e scura.
Ho capovolto la torta, perché la crosta era molto scurita nella cottura, il formaggio grana e il latte con la cottura scuriscono parecchio
Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported License.

Commenti

Anonimo ha detto…
perchè usi il lievito secco invece di quello a cubetti? riesce meglio? è più facile da trovare? si conserva meglio? occorre qualche varietà particolare?
Elisabetta
ivana ha detto…
Grazie Elisabetta,
dunque uso il lievito secco (quello del lidl) perché è comodo, e ne ho sempre una buona riserva in casa. Questo poi va mescolato secco direttamente alla farina. Meglio non è, ma equivale ai risultati che ottengo con quello secco da preparare con acqua tiepida e zucchero prima di impastare, che con il lievito fresco in pasta.
Chimicamente non so quali siano le differenze, non ho approfondito!
Esiste la stessa versione secca del MF (mastrofornaio), ma costa di più di quello che ho in dispensa adesso. Senz'altro il "principio attivo" è lo stesso!
Nelle buste c'è sempre la data di scadenza, piuttosto lunga; invece quello fresco, anche se tenuto in frigo non è che sia sempre impeccabile quando lo apro, molto prima della scadenza!
Una lunga spiegazione, no?? Spero di essere stata utile!

Ciao
.C annA ha detto…
E' bellissimo questo brioscione!
Da una sensazione di sofficità unica, è alto alto, come piace a me!

Io, il lievito in cubetti lo congelo fresco, appena acquistato, e all'occorrenza lo lascio scongelare direttamente in un pò di latte o acqua ed è subito attivo, pronto all'uso!
Faccio così perchè col lievito in granuli ho avuto qualche esperienza deludente... (anche se qualche bustina in dispensa ce l'ho sempre per eventuali momenti di "voglia di sperimentare"!)
ivana ha detto…
Grazie scarabocchio,
imfatti la soluzione sarebbe quella, di metterlo in freezer, ma io ho avuto esperienze deludente proprio dal lievito fresco, che non lo era!
Come risultati, con quello secco non sono mai stata delusa.

L'unica cosa sarebbe qcquistarlo bello fresco dal fornaio, da quelli che ancora panificano,e conservare quello!
In questi giorni faccio un altro tentativo o ripeto il rotolo salato, che penso sia anche nelle etichette qui accanto!
Un abbraccio!

Ciao
.C annA ha detto…
Parli della Pasta Madre?
Che meraviglia!
Ci sono dei lunghissimi periodi che riesco a curarla come si deve, ad utilizzarla con enormi soddisfazioni... poi, quando mi rendo conto che "per colpa sua" la bilancia mi guarda con occhio triste e disperato, faccio finta di scordarmela e la lascio ammuffire in frigo per poi liberarmene con nonchalance!
ahahahahahah

:)
ivana ha detto…
Cara Scarabocchio,
(mica tanto scarabocchio!!!)

non tocchiamo questo tasto...stavo parlando del lievito di birra in pasta che il fornaio tiene in un vaso e che ti pesa all'occorrenza per la tua bisogna!!!
Il lievito che io conoscevo, qui si va sui settanta anni fa (sic...a tre anni conoscevo il nostro pane!!!)è una cosa magica di cui ancora non conosco il meccanismo: da cinque mesi sto sperimentando e me ne succedono di tutti i colori...ma non ho ancora assemblato una stesura da pubblicare...parlo del lievito di riporto, legato alla tradizione, ma molto circoscritta, della mia campagna bolognese...del tutto particolare.
Un accenno c'è nel post della rosetta di Crevalcore...ma l'iter che sto percorrendo da alcuni mesi non è ancora giunto alla giusta soluzione!!!!
Ne parleò quindi in seguito!!!

Grazie del tuo entusiasmo!!!!
Mi fa davvero molto piacere...tanto che considero questi commenti come una vera corrispondenza!!!

Ciao
Eleonora ha detto…
Meraviglioso il tuo pane di pasqua e belli anche il post sui burattini e sulle tradizioni di pasqua è bello leggerti!!
ivana ha detto…
Ciao Anicestellato,

(con tutti questi nicknames mi confondo, ragazze...è un rebus per me ricordare!!!)

Grazie a te per i complimenti!!!!!

Buona Pasqua...nel migliore dei modi secondo i vostri desideri!!!
Abbraccio!

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.