Passa ai contenuti principali

Uno gnocco storico di nicchia

Questa è la "Sfogliata degli Ebrei" come la si può acquistare in occasione del giorno dedicato proprio a questa specialità, l' 8 dicembre a Finale Emilia. E' ancora da cuocere!

Questainvece è la sfogliata da Lauro's, che è proprio sulla sponda del Panaro, l'affluente del Po che scorre per buona parte nel Modenese. Questo gnocco è delizioso!



Oggi ho avuto un incontro speciale: Gloria stava facendo l'antico gnocco sfogliato delle rive del Panaro, come lo chiamo io. Lei è nata proprio nella cittadina storica che confina con il mio comune, là ci sono modi e usanze per il cibo che si diversificano dalle mie, della bassa bolognese.
Questo gnocco lo si mangia, in accompagnamento ai pasti, nelle famiglie tradizionali del posto, ma in una versione un po' variata, ci viene servito nella trattoria da Lauro's, un posticino che vanta ben 162 anni di gestione della stessa famiglia.

Ho fotografato il tutto, penando un pochino dietro i movimenti spediti e decisi di Gloria, che mica si intimoriva per il flash...e imperterrita continuava a menare di matterello tutta l'operazione, senza assecondare certe esigenze della ripresa con una macchina fotografica!

Le sono molto riconoscente, è una signora straordinaria, piena di energia e di verve, non scalfita per niente da 82 anni portati splendidamente, nè dagli acciacchi vari!

Grazie

Commenti

ivana ha detto…
un Ciao da me pure!!!!
Sono parecchio presa da cose molto interessanti...ma una capatina la faccio sempre, di corsa!

Ora vado in cucina ...a realizzare tre cose: tortellini, gnocco antico, zucchine ripiene e poi chi sa che cosa!!!!

A stasera!

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.