Passa ai contenuti principali

Dessert del Contadino (Pesca al Lambrusco)



Un improvviso flash, un sapore e un profumo che mi si risvegliano vividi nella memoria, un'emozione...sentimenti sulla mia antica famiglia...
Ecco la grande cucina, simbolo del mio blog, il papà a capo tavola, l'estate abbagliante fuori dalle imposte ben accostate, le nostre fragranti pesche sul tavolo; il papà prende una bella pesca, la accarezza con la mano robusta, poi col suo coltellino da tasca pela e rifila il frutto, trancia delle belle fette, le infila nel suo boccale (un bicchiere grosso col manico!) e con un allegro spruzzo le irrora di lambrusco.
Noi, attorno, con le teste protese verso di lui, ammiriamo le rosee bollicine che subitanee danzano fra le fette, smorzandosi.....

E io, sull'onda del ricordo, ho accarezzato la pesca odorosa, l'ho pelata, affettata...ho versato il lambrusco frizzante...e l'illusione s'è accesa per un nanosecondo!

Commenti

.C annA ha detto…
Ciao Nonna Ivana, è da tempo che non ti lascio un pensierino, ma ti seguo sempre e leggo tutti gli aggiornamenti, anche se al volo!
Le tue pubblicazioni sono sempre ben farcite di racconti minuziosi che invitano alla lettura e alla riflessione... le belle foto accompagnano gradevolmente ricette ed aneddoti... insomma è sempre un piacere passare di qui!

Permettimi di urlartelo:
"SEI UNA GRANDEEE!!!!
ivana ha detto…
Carissima..
mi cogli in um momento di grande commozione...ho appena fatto e pubblicato questo post e sto quasi tremando!!!
Grazie per le belle parole!!!!
Ci risentiamo...i nipotini sono già in Toscana, ho anch'io due settimane di quiete e spero di mettermi in pari!!!

Un abbraccio forte, forte!!!
Michela cake designer ha detto…
Certi piatti son speciali.
Sono i piatti della memoria, son quei piatti che hanno un sapore speciale perchè li assaporti con il palato e con il cuore.
Questo è un piatto di quelli.
Ognuno ha i suoi e capisce bene quello che provi.
Hanno un valore aggiunto che li rende unici.
ciao
Ivana.
Buona domenica..le foto del Trentino sempre splendide...ma a quante sagre vai?
Fai bene...io qui non ho tempo di andare nemmeno in centro a piedi...
ivana ha detto…
Grazie Michela...
cibi della memoria, improvvisi ricordi...avevo dimenticato questo semplice dessert di famiglia!!!
Sagre? Ce ne sono tante in giro, che non sappiamo più quale segliere...anche quella delle lumache, in questi giorni!!!
Va be', non andando in vacanza il nostro svago è anche questo...con amici è sempre piacevole!!!

Ciao!
unika ha detto…
carissima...sai la pesca con il vino è sempre sulla tavola d'estate a casa dei miei suoceri:_) un bacio
Annamaria
ivana ha detto…
Ciao cara,
Da me usava sessanta anni fa...mai ci avevo più pensato!!!
Allora era forse il dessert naturale, assieme a melone e cocomero...e nient'altro!!!
Un abbraccio, Annamaria!!!
Va meglio ora???

Buona domenica!
GiorgiaM ha detto…
Ivana le hai fatte tornare in mente anche a me è tanto che non le mangio !

In casa mia si fanno anche tagliate a spicchi cotte pochi minuti in padella con il cacao, mio padre ci cena con il pane !

La sagra delle lumache a Casumaro ?
ivana ha detto…
Sììììììììììììììì!!!
Giorgia, da ieri stavo scavando nella memoria per avere quell'immagine lì, come le pesche di tuo padre!!!!!
Mannaggia...devo farle!!!!
Grazie!!!!!!!!!!

Casumaro...nella struttura della parrocchia, che è molto organizzata...ma senz'altro la conosci anche tu!!!!

Ciao!!!

Giorgia lunedì mattina sono a LUGO!!!
Anonimo ha detto…
Ivana le ho fatte giusto ieri, buone buone, mi ricordano mia suocera. Io le preparo anche con un buon vino bianco frizzantino e allora aggiungo una cucchiaiata di zucchero.
Giorgia, le pesche del tuo papà mi ricordano l'infanzia, mia nonna cuoceva così le mele renette.

Un altro ricordo personale: un bel bicchiere di lambrusco, freddino, in cui "pucciare" del buon pane fatto in casa, una goduria, mio marito mi prende in giro ma a me piace troppo!!!

Dida
ivana ha detto…
Grazie Dida,

non c'è niente di più saporito e gradito del cibo del ricordo, così legato a sentimenti che ci hanno accompagnato dalla culla...al tramonto!
Sì, il lambrusco ha una vitalità ricca, dispensatrice, e fa parte della nostra Weltanschauung, per scomodare paroloni, e rende buono, gioioso anche il pane, soprattutto il crostino della rosetta di Crevalcore, di mia memoria (vedi le foto!).
Grazie Dida, una serena domenica a te...sì, l'arcobaleno era anche per te, poi domenica scorsa era l'anniversario della morte di mia mamma!!!
Un abbraccio!
Anonimo ha detto…
anche papà mangiava le pesche sono nel vino, anche se non era lambrusco!
ivana ha detto…
Ciao Biblio!

Mi commuove questa eco nord sud per questa pesca al vino...sono usanze davvero estese, dando valore così alle affinità trasversali riferite al cibo!!!
Grazie, buona domenica!
Gianni mi ha appeno portato una cassa di pesche bianche dalla campagna...da domani quindi maratona...conserviera!!!!
Nona Picia ha detto…
Era il dessert preferito di mio papà, anche se, su consiglio del papà di bibliotopa,(mio papà era un po' anemico a causa di una pleurite) mia mamma lo faceva col barbera!
ciao ciao
ivana ha detto…
Ciao Nona...

ma che interessante...lo stesso concetto veniva espresso anche qui, magari tra brodo per i malatini, birra per le puerpere, vino per gli anemici, zabajone per i deboli e via discorrendo, la farmacia era questa qua...
Mi manca l'olio di ricino...lo spauracchio dei bambini rachitici!!!!!

Va be'..il lambrusco si metteva anche nel brodo con i tortellini!!!! Oggi processione di San Giacomo, a Bevilacqua...poi chissà se Gianni vuol tornare allo stand dei tortelloni?!!!
Penso di no, siamo sempre in giro per cene!!!
Anonimo ha detto…
Noo... ai bambini rachitici si dava l'olio di fegato di merluzzo!!!
e a 14 anni lo fecero prendere anche a me, subito dopo mi facevo fuori mezza tavoletta di cioccolata per togliere il saporaccio. Quello di ricino, me lo fecero prendere una volta, ma non durò. lo vomitai immediatamente e nessuno ci ritentò.
beata te che le pesche ti arrivano a casse, e pure le bianche, che quando sono buone sono squisite. Io mi sto accontentando di albicocche del supermarket
Michela cake designer ha detto…
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
ivana ha detto…
Biblioooo!!!

Un lapsus!!!! era quello di fegato di merluzzo...l'olio di ricino era usato per ....motivi politici!!!!

Domani siamo via a Lugo di Ravenna, quindi spero che le mie pesche non mi vadano a male!!!!!
A volte mi arriva tutto insieme e non riesco a smaltire tutto!

Bene, leggo la posta, perché siamo entrati ora dalla festa a Bevilacqua!

Ciao buona notte!!!
LAle ha detto…
ODDIO BUONE NONNETTA!!! APPENA TROVO IL LAMBRUSCO BUONO LE FACCIO DI SICURO!!!
ivana ha detto…
Ciao nipotina!!!!!

Grazie...ma sono proprio cosette da nonnetta sentimentalona!!!!!!!!

Ciao, a presto!
Nona Picia ha detto…
Cara nonna Ivana,un lapsus è consentito! L'olio di ricino e quello di fegato di merluzzo.... brrrrr che ricordi poco piacevoli! Mia mamma dava a noi figli e a tutti i bambini della casa l'olio di fegato di merluzzo mettendoci in fila davanti al "fogoler" e ognuno di noi aveva un cucchiao in mano che dopo aver usato per quella cosa tremenda, dovevamo infilare nella cenere! I nostri figli sono stati più fortunati, perchè in seguito l'olio di ricino è stato migliorato e aromatizzato, non chiedetemi come
e aveva un gusto molto più gradevole. Purtroppo però, l'olio di ricino è rimasto sempre uguale!:(
ivana ha detto…
Ciao Nona,

ma vedi che te l'ho fatto scappare anche a te il lapsus...chissà perché...erano nomi comuni ai nostri tempi, va be' tu sei più giovane!!!!

Hai ragione i ricordi dell'olio di fegato di merluzzo sono proprio...amari!!!!!

Un abbraccio...e ci sentiamo!!!
Nona Picia ha detto…
Cara Ivana,
distrazione, distrazione! E non ho riletto quello che ho scritto!
ciao ciao
ivana ha detto…
Nona cara...

ma io se rileggo, mica me ne accorgo dei refusi...testarda non noto le cavolate che ogni tanto mi scappano...cattivo segnoooo!!!!!
Anonimo ha detto…
ivana come sei brava con le foto.
Bello il tuo ricamo.
Per quanto riguarda le tradizioni sei il top. nanà
ivana ha detto…
Ciao diana,
mi fa piacere...sono nostalgica e per me anche piccole cose legate al ricordo, hanno un valore aggiunto inestimabile!
Tutto bene ieri al controllo!
Forse hai letto nell'Arcobaleno?

Salutami gli amici che mi ricordano!!!!
Un abbraccio, grazie della visita!
Buona vacanza se non ci sentiamo!

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.