Passa ai contenuti principali

Salsa cipolle susine



Sono riuscita a preparare anche un po' di questa salsa che faccio da alcuni anni per accompagnare le grigliate estive o gli arrosti di maiale d'inverno! Non la faccio sempre uguale, cambio le qualità della frutta o della cipolla o le spezie!

600 g cipolle rosse piccanti tritate grossolanamente
600 g susine a pezzetti
60 g zucchero
100 ml vino Lambrusco
80 ml aceto di mele
1/2 cucchiaio di senape da tubetto
noce moscata, pepe nero macinato, misto spezie, sale
Cuocere le susine in un tegame, spegnere quando sono morbide e hanno un po' di sugo.
Mettere le cipolle in un altro tegame con tutti gli ingredienti e cuocere per circa mezz'ora, mescolando spesso. Aggiungere le susine cotte a parte e continuare la cottura poer altri 20 minuti a fuoco lento.
Invasare tiepido, chiudere e bollire i vasetti per 20 minuti.

Commenti

Michela cake designer ha detto…
Ivana grazie per condividere tutte queste belle ricettine.
ciao
buon week end.
ivana ha detto…
Cara Michela,
come vedi è solo un cucinario...ciò che avviene in una vecchia cucina!
Sono logorroica...non scrivo ricette, ma il modo mio di cucinare!
Contrasterà i canoni comuni della cucina, è solo un mio divertimento!
Se piace a qualcuno, ben venga!
Grazie a te!!!!
Luca and Sabrina ha detto…
Buongiorno Ivana. Si rischia sempre di essere banali nel dire che questa salsa non la conoscevamo? Sabrina è da più di un ora e mezza che si stà preparando per uscire. Per quel che riguarda il meme, non me la sono sentita di scrvere delle banalità. Nei miei libri non ci sono donne da ammirare. Nei miei film non ci sono donne di cui mi sarei innamorato. Dei miei telefilm poi è meglio non parlarne. I fumetti? Non li ho mai letti appasionandomi ad una eroina. Forse avrei dovuto interpretare il meme in modo diverso, ma al momento non mi è venuto in mente di farlo. Comunque grazie per quello che hai scritto, le tue parole per noi, come penso tu abbia già capito, sono sempre preziose e ci fanno riflettere. Buonissimi i tortelloni della fiera a Bevilacqua, un appuntamento che ci siamo segnati in agenda. Ogni volta che vorrai segnalarci qualche altra fiera interessante ci farai un grosso piacere!
Salutoni da Luca&Sabrina
ivana ha detto…
Ciao Luca...e Sabrina
interpreto bene la tua posizione rispetto il meme...anche perché sono poi cose che hanno il peso momentaneo poi sfumano naturalmente!!!
Per le sagre, capite che il tutto è visto dai miei occhi e dal mio sentimento, che cerco, nel possibile, di mantenere scevri da contaminazioni perniciose!!! (ci si riesce?)
Bene, vado solo sul rusticano...non so se ho messo quella di San Biagio tra San Felice e Mirandola, che più rurale di così si muore..cade nella metà di agosto, è "internazionale", vi si inconrtrano strani tipi da far west, o "butteri del trattore";
+ processione con l'effigie della "Madonnina" su un carro trainato da belle fattrici Romagnole (la razza di nicchia del vitellone bianco dell'Appennino, razza protetta!).
Immensi campi con ancora le stoppie di grano roventi al sole, che sono l'immenso parcheggio sconfinato nella landa agostana!!!
Si mangia anche il somarino! Gnocco fritto e "gastronomia" locale...siamo sempre sulle vie dei vini e dei sapori, che nel modenese ha davvero un eco meraviglioso!
Va be' c'è tempo!!!!
Un abbraccio, carissimi!
Anonimo ha detto…
sembra proprio un chutney nostrano!
ivana ha detto…
Infatti, lo chiamano così i miei "commensali", oggi alla prova con un fagiano farcito alla luganega, grana, pane e susine, che ho fatto nel pomeriggio di ieri, tanto per togliermelo dal freezer, poi proprio alle 18, qualcuno con famiglia si è autoinvitato, chissà perché, quindi oggi fotografo anche il piatto finito!!!

Buona domenica!!!
Nona Picia ha detto…
Domanda che non so se altri hanno fatto:
Si può congelare il tutto invece di conservarlo alla vecchia maniera?
ivana ha detto…
Cara Nona,

sai che non lo so!!?? Ma forse mettendone dei pochetti nei sacchettini o nelle scatoline di plastica, forse è possibile...ma io mi trovo bene con la sterilizzazione, in vasi non troppo grandi.
Poi li uso come quelli delle marmellate, li tengo in frigo fino ad esaurmento e non succede niente.
Grazie a te e ciao!
Appena tornata da una maratona di più di 600 km..e siamo ancora frastornati...ne parlerò qui!
Buona serata!

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.