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Trentino, accoglienza e gastronomia








Abbiamo trascorso poche ore in un'isola fresca, silenziosa, piacevole, rilassante.
Un vecchio ristorante, appartato su una radura che ti appare improvvisa dopo una tortuosa strada abbastanza ripida, nella zona termale di Vetriolo, ha subito nell'ultimo decennio delle trasformazioni, diventando un vero albergo, non pretenzioso, ma confortevole, soprattutto con ancora l'atmosfera famigliare, distesa e distensiva.
Una clientela quasi fissa di villeggianti, che vengono qui proprio per rilassarsi, tutti gli anni, e per gustare una buona cucina genuina.
Vengono dall'Emilia, dalla Liguria, dalla Lombardia, affezionati al luogo e al trattamento quasi affettuoso dei gestori!
Dietro casa vedo cassette varie con funghi già nettati e sezionati a seccare, e vari vasetti di mirtilli e zucchero sono al sole nei balconi,da conservare. Un vasto spiazzo attorno con panchine e tavolini serve per le ore di riposo e di gioco. Le verande aggiunte sono destinate anche ai clienti improvvisi dei fine settimane, o di quelli che han voglia di venire a provare la cucina casalinga.
Solo una toccata e fuga...ma polenta e capriolo non me li sono lasciati scappare!
Naturale che è solo roba da vecchi pensionati come noi!!!

Commenti

emilia ha detto…
Bellissime foto...quei funghi !!! Ciao :)
ivana ha detto…
Ciao,

grazie, Emilia!

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Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

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La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.