Passa ai contenuti principali

Pandolce del mattino




Partendo dalla ricetta della Halla o Challah, pane del sabato ebraico, abbiamo realizzato un pandolce per la colazione, che spalmato di burro, dà proprio l'impressione di mangiare la famosa fetta di pane del mattino, o della merenda, ai tempi della mia infanzia!

http://cucinariodinonnaivana.blogspot.com/2008/03/challah-o-halla-il-pane-del-sabbath.html

In questo pane si tolgono le uova e si aumenta lo zucchero, da due a 4-6 cucchiai.
Stesso procedimento!

Commenti

Laura ha detto…
Che buono...mi riporta alla mia infanzia...delizioso, complimenti!
Laura
dede leoncedis ha detto…
la mia infanzia deve esser stata sguernita di merende, non ricordo granchè e men che meno rimpiango. condizione ideale per sperimentare la tua ricetta senza alcun pregiudizio
ivana ha detto…
Cara Dede,
In un certo senso parlo di esperienze personali, che non a molti possono essere note....
Soprattutto perché mi sto sempre riferendo a pani speciali, che non venivano conosciuti molto in esteso, che magari solo con l'incremento di migrazioni interne, di industrializzazione e mutato modo di vivere sono usciti dall'ambito della tradizione.
Il mio pane bianco, la sua forma, aveva proprio questa caratteristica, di essere come un dolce.
Questa è invece una realizzazione del pane ebraico, che ha molti punti in comune col mio.

Grazie
Nona Picia ha detto…
Ciao,cara nonna ivana, mi puopi mandare l'indirizzo del pane della domenica,che dal blog non esce e non l'ho trovato?
Mille grazie!
ivana ha detto…
Ciao cara Nona

il link non riesco a metterlo come si deve, ma qui accanto nelle etichette vedi Challah o Halla, se clicchi, ti esce il pane ebraico, segui la stessa ricetta, togliendo le uova e aumentando lo zucchero...
E' un pane che fa sempre mia nuora (al posto di famigerate merendine..inoltre è il pane dei pranzi nella versione originale, e a volte anche arricchito con prosciutto cotto a dadini nell'impasto! Puoi anche vedere un'altra mia realizzazione, che è il pane della domenica, Berner butterzopf, nei pani speciali...cose valide, fatte da 46 anni a questa parte...ci sono le foto passo passo!!!!!

Un abbraccio,

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.