Passa ai contenuti principali

Tortelloni alla Cardinal Lambertini!



Sagra del Tortellone a Bevilacqua

Cena a Bevilacqua con sorpresa: nella lista dei piatti di tortelloni compare un nome nuovo, Tortelloni alla Cardinal Lambertini!
Le novità mi stuzzicano, mi affretto ad ordinare questo primo, sono curiosa di assaggiarlo, così sul nostro tavolo ecco cinque piatti diversi, per accontentare la mia digitalmania, ma non si sono sforzati gli amici, erano proprio i piatti di loro gradimento!

ma per me Tortelloni alla Cardinal Lambertini!

Il ragazzo che serve i primi, che fa parte proprio dello Staff della Sagra del Tortellone, quando porta i primi spiega gli ingredienti, per espressa volontà dello chef, di dare sempre chiarimenti sulla ricetta!
Ascolto quindi con interesse le indicazioni che vengono date sui Tortelloni alla Cardinal Lambertini:
formaggio, mortadella, pane, erbe e spezie e il rosso cardinale dato dalla rapa rossa.
Conditi con leggera vellutata di parmigiano.

Un sapore pieno, un amalgama armonico proprio consono al nostro gusto!

Non posso non approfondire: mi precipito alle cucine, o meglio fanno venire il responsabile della cucine, sig Franco, che mi viene incontro ben disposto e ben informato.
" E' un piatto di fantasia o frutto di una ricerca? " mi affretto subito a chiedere!
Una ricerca vera e propria negli archivi della Città di Cento (sempre questa città, dove ho passato gli anni delle medie e del liceo!); al allora ancora Cardinale Lambertini in visita alla città vennero preparati in suo onore dallo scalco, o meglio quel maestro dei conviti conosciuto nei tempi antichi, i tortelloni con ripieno alla mortadella, che forse Il Cardinale prediligeva!
Queste storie riferite al cibo, alle usanze culinarie mi mandano in visibilio!
Ho quindi fotografato, come il mio solito i primi piatti, esclusivamente tortelloni, che abbiamo gustato a meraviglia!!!!






La parata quasi completa dei Tortelloni, che in questa edizione abbiamo gustato con estremo piacere: l'ambiente è sempre gradevole, un servizio veloce e accurato...basta andare presto e si ha un'esperienza davvero gratificante!
Ringrazio tantissimo il Sig. Franco Roncarati (spero di ricordare bene il nome!) per la cortese disponibilità, malgrado il momento fosse abbastanza critico!
Faccio i complimenti per l'ottimo lavoro svolto da lui e dai suoi collaboratori!
Alla prossima domenica, per la festa del Patrono, San Giacomo!

Commenti

unika ha detto…
sempre bellissimi piatti quanto mi intrigano quelli neri...presumo siano al nero di seppia:-) buona domenica
Annamaria
ivana ha detto…
Ciaqo Annamaria,

buona domenica anche a te!
Tortelloni alle seppie e al nero di seppie!
Di zucca e ragù, ricotta e ragù, ricotta e salvia, ecc.
Tutte specialità della zona!

ciao!
Un abbraccio!!!
Unknown ha detto…
Tutto buonissimo a parte i tortelloni al nero di seppia: se li assaggi assieme agli altri tipi di tortelloni stonano decisamente; menzione speciale per i tortelloni alla cardinal Lambertini e per i tortellini al tartufo. Grazie per i preziosi consigli di tutto il sito web. Saluti affettuosi. Erry
ivana ha detto…
Grazie Erry! (?!!)

No, no sono stati mangiati assieme i vari tipi, siamo 6 amici e sei piatti diversi.
Al nero di seppia sono buonissimi, almeno per me, hanno un ripieno favoloso, che non so con precisione, ma i sapori sono speciali.
Grazie del commento! A risentirci!
Ciao!!!
Fabio ha detto…
Salve, a proposito del cardinale, nella biblioteca Archiginnasio di Bologna, tra i vari volumi antichi sulle ricette emiliano romagnole, c'è anche quello che scrisse uno dei suoi cuochi. E' davvero interessante e ancora di più scoprire che c'è chi ripropone alcune di queste.
Complimenti per il suo blog.
Fabio
ivana ha detto…
Salve Fabio,

grazie per il commento, e soprattutto per l'indicazione filologica!
Mi interessano queste notizie, che rilevo solo in modo da dilettante, per non appesantire il mio blog, che è solo un divertimento personale, fatto però con serietà,
Grazie e a risentirci!!!!
Roberta ha detto…
Quanto mi attirano quei tortelloni alla cardinale Lambertini, debbono essere ottimi. Certo che si trattava davvero bene il Cardinale!
ivana ha detto…
Ciao Roberta!!!
Va be', c'è anche di meglio...ma a me interessava come curiosità culinaria, non per il pregio, gli ingredienti sono semplici e mica tanto da signori, anche se la mortadella oggi costa quasi come il prosciutto!
Hi visto il tuo blog...simpatico!!!!

Ciao

Post popolari in questo blog

BAMJE, OKRA; GOMBO ...un INCONTRO SERENO

Il G. ed io abbiamo fatto dopo anni ritorno alla casa di una coppia di amici, che purtroppo non ci sono più, erano molto più anziani di noi: Nella grande casa in mezzo al verde vive Roberta, la figlia minore...a lei dobbiamo portare il nostro saluto, ma anche le condoglianze per la morte prematura di sua sorella Luisa. Dolore e mestizia, ma il rievocare la nostra frequentazione per decenni della loro casa le ha addolcito quell'ora, distogliendola dal presente. Armando, il compagno rientrato dal lavoro, è  gentile e attento, lo vedevo qualche volta lì in casa, ma ora mi rendo conto quanto sia disponibile, premuroso... Dobbiamo venir via...ci accompagnano, e viene il discorso del cibo, e Armando ci presenta il suo orto, e non solo... Una striscia del parco è adibita ad orto, piante di pomodoro, sostenute da frasche di legno, melanzane violette e un quadrato di rigogliose foglie verde scuro, che mi ricordano l'ibisco e il malvone...questa pianta Armando voleva proprio mostra

Lo SCALDALETTO di una VOLTA

Antichi oggetti del contadino, in una casa colonica-museo della Bassa Modenese. Testo e immagini di ivanasetti Nelle case di campagna fino ad alcuni decenni fa non esisteva il riscaldamento dell'intera abitazione. La grande cucina aveva il camino e il fuoco scaldava solo questo ambiente o, al limite, la canna fumaria in muratura che attraversava in verticale le camera del piano superiore, dava una specie di tepore, che nelle ore delle notti invernali scemava man mano. Per togliere il crudo gelo alle lenzuola, nelle stanze da letto sempre fredde, si usava il "prete" che è il telaio di legno da infilare sotto le lenzuola e le coperte, entro il quale si appoggiava la "suora", lo scaldino colmo di braci, ma nascoste nella cenere, per non provocare rischio di incendio! C'era un"prete" per ogni letto e dopo cena si incaricava sempre qualcuno di portare la "suora" nei rispettivi letti! E nessuno voleva farlo, non era piacevole salir

La vecchia salsa da lesso del suocero

Anche se poi non raggiungo mai il risultato equivalente! Tanto per cominciare si usavano solo i prodotti dell'orto, che un tempo erano un po' scarsini. Si dovevano avere essenzialmente questi ortaggi: non i bei peperoni carnosi di oggi, ma i diavolicchi verdissimi e piccantissimi, le pastinache, così chiamavano le carote, le solite cipolle e il sedano verde, e tantissimo prezzemolo; la rifinitura era l'aceto agro fatto in casa, con i rabbocchi dei resti di vino! (Non dovrei dirlo, ma 'sto aceto a volte era solo acido!) Vi passo le immagini della mia versione, come prassi, si va ad occhio! Senz'altro non eccedo in prezzemolo, perché mi piace vedere il pot pourrit di colori, inoltre do un finale tocco di addensamento con farina che proprio non ci dovrebbe andare, perché importante era avere la parte oleosa ben separata dalle verdure, mentre la farina dà consistenza cremosa.