Struttura in muratura di servizio: porcile, pollaio, conigliera e varie...e forno con portichetto
di una azienda agricola bolognese
Cucina economica..in disuso
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di una azienda agricola bolognese
Cucina economica..in disuso
Tavolo quadrato allungabile, campagna Bolognese, anni Quaranta
Strudel...del ricordo
Non so come intitolare questo racconto, che si sgrana da un remoto passato. Ultimo anno di guerra, almeno credo, non ho più mia madre o zii cui chiedere, mio padre poi era prigioniero in Germania, lontano, mia sorella era più piccola di me. Regnava senz'altro caos e sofferenza, qui al nord continuava la guerra, tedeschi ancora occupanti, partigiani nascosti negli Appennini, popolazione indifesa, impoverita, disperata.
Abitavamo in campagna, in zona non di traffico importante, in casa mia c'erano solo mia madre, una prozia, mia sorellina ed io. Ricordo che ospitammo dei lontani parenti, la cui casa, che era abbastanza vicina alla ferrovia Bologna-Verona, era stata distrutta dalle bombe.
Un giorno comparve davanti a casa una coppia, una donna bionda dal viso dolce, altissima e il marito o compagno, piccolissimo, sardo, tutto nero, visto da noi bambine. E anch'essi rimasero qualche tempo in casa nostra. Lei era slovena di Lubiana e ancora non so in che modo si erano conosciuti e avevano unito i loro destini, con la speranza di un futuro.
Avevamo la foto di loro due e mia sorella e me insieme, in cappotti strani, cappuccio di velluto e colletto di pelo, ma non so più dove sia...
Un cibo è quello che mantiene vivo il ricordo di quella signora altissima, dolce e bionda, sparita nel nulla, assieme al suo piccolo nero uomo, che da mesi tentavano di raggiungere la Sardegna, non sappiamo se sono riusciti in questo loro cammino tormentato.
Nella cucina nostra di allora c'era un tavolo quadrato, che chiamavamo tedesco, dalle gambe tornite, sparito da anni non so come... un giorno la signora bionda fece capire che voleva preparare qualcosa...ricordo la tovaglia bianca per la sfoglia (un telo tessuto al telaio di casa con filo di canapa, che serviva per tirare nell'ultima fase la pasta all'uovo), stesa sulla tavola e la signora che vi allargava magistralmente col dorso delle mani una pasta morbida e duttile, che man mano copriva tutto il piano.
Mia madre e la prozia preparavano tanti pezzetti di mele, e poi burro e pane grattugiato, quindi la signora cominciava ad arrotolare su se stesso quel velo delicato di sfoglia, bitorzoluto per le mele che trasparivano da dentro. Forse venne cotto nella cucina economica, il forno di pietra nell'aia non veniva più acceso, senza mio padre, e neppure nelle rade, sparse case di campagna c'erano uomini che potessero venire in aiuto..o forse Celeste, il sardo, servì alla bisogna.
E' rimasto impresso a me e a mia sorella, perché era tutta una procedura diversa dalla preparazione della pasta all'uovo da parte della zia o della mamma...poi avemmo la gradita sorpresa, quando ci servirono le fette...ed erano un dolce, che non avevamo mai assaggiato.
Sono passati tantissimi anni da allora...di strudel ne ho mangiati tanti, in luoghi diversi, di qua e di là delle Alpi...anch'io ne preparo, ma penso che il sapore di quello, così elementare, ma così ricco in tempi così magri, non sparirà mai dalla mia memoria...
Perché proprio oggi ne parlo? Ieri sera ho visto una zona recintata su un terrapieno della ferrovia, in località Camposanto, proprio a ridosso del (mio) Panaro, dove si stanno ultimando i lavori del raddoppio della linea ferroviaria Bologna-Verona. La vecchia linea viene man mano smantellata, e ultimamente, in questi lavori di sterro e asportazione è stata rinvenuta una bomba del periodo bellico, allorché questa zona veniva incessantemente bombardata, per impedire la ritirata tedesca verso il Brennero; il ponte sul Panaro della statale Bologna-Brennero venne distrutto, assieme alla stazione. Nei decenni seguenti si passò a ricostruire il nuovo ponte e spesso altre bombe sono state trovate e fatte brillare, ma stavolta sembra una cosa più importante e domenica prossima tutta la popolazione nel raggio di un km sarà evacuata per 8 ore....con limitazione assoluta di attività commerciali, di trasporto e altro.
E questi ricordi di guerra mi hanno riportato quelle immagini di uno strudel sloveno!
Strudel...del ricordo
Non so come intitolare questo racconto, che si sgrana da un remoto passato. Ultimo anno di guerra, almeno credo, non ho più mia madre o zii cui chiedere, mio padre poi era prigioniero in Germania, lontano, mia sorella era più piccola di me. Regnava senz'altro caos e sofferenza, qui al nord continuava la guerra, tedeschi ancora occupanti, partigiani nascosti negli Appennini, popolazione indifesa, impoverita, disperata.
Abitavamo in campagna, in zona non di traffico importante, in casa mia c'erano solo mia madre, una prozia, mia sorellina ed io. Ricordo che ospitammo dei lontani parenti, la cui casa, che era abbastanza vicina alla ferrovia Bologna-Verona, era stata distrutta dalle bombe.
Un giorno comparve davanti a casa una coppia, una donna bionda dal viso dolce, altissima e il marito o compagno, piccolissimo, sardo, tutto nero, visto da noi bambine. E anch'essi rimasero qualche tempo in casa nostra. Lei era slovena di Lubiana e ancora non so in che modo si erano conosciuti e avevano unito i loro destini, con la speranza di un futuro.
Avevamo la foto di loro due e mia sorella e me insieme, in cappotti strani, cappuccio di velluto e colletto di pelo, ma non so più dove sia...
Un cibo è quello che mantiene vivo il ricordo di quella signora altissima, dolce e bionda, sparita nel nulla, assieme al suo piccolo nero uomo, che da mesi tentavano di raggiungere la Sardegna, non sappiamo se sono riusciti in questo loro cammino tormentato.
Nella cucina nostra di allora c'era un tavolo quadrato, che chiamavamo tedesco, dalle gambe tornite, sparito da anni non so come... un giorno la signora bionda fece capire che voleva preparare qualcosa...ricordo la tovaglia bianca per la sfoglia (un telo tessuto al telaio di casa con filo di canapa, che serviva per tirare nell'ultima fase la pasta all'uovo), stesa sulla tavola e la signora che vi allargava magistralmente col dorso delle mani una pasta morbida e duttile, che man mano copriva tutto il piano.
Mia madre e la prozia preparavano tanti pezzetti di mele, e poi burro e pane grattugiato, quindi la signora cominciava ad arrotolare su se stesso quel velo delicato di sfoglia, bitorzoluto per le mele che trasparivano da dentro. Forse venne cotto nella cucina economica, il forno di pietra nell'aia non veniva più acceso, senza mio padre, e neppure nelle rade, sparse case di campagna c'erano uomini che potessero venire in aiuto..o forse Celeste, il sardo, servì alla bisogna.
E' rimasto impresso a me e a mia sorella, perché era tutta una procedura diversa dalla preparazione della pasta all'uovo da parte della zia o della mamma...poi avemmo la gradita sorpresa, quando ci servirono le fette...ed erano un dolce, che non avevamo mai assaggiato.
Sono passati tantissimi anni da allora...di strudel ne ho mangiati tanti, in luoghi diversi, di qua e di là delle Alpi...anch'io ne preparo, ma penso che il sapore di quello, così elementare, ma così ricco in tempi così magri, non sparirà mai dalla mia memoria...
Perché proprio oggi ne parlo? Ieri sera ho visto una zona recintata su un terrapieno della ferrovia, in località Camposanto, proprio a ridosso del (mio) Panaro, dove si stanno ultimando i lavori del raddoppio della linea ferroviaria Bologna-Verona. La vecchia linea viene man mano smantellata, e ultimamente, in questi lavori di sterro e asportazione è stata rinvenuta una bomba del periodo bellico, allorché questa zona veniva incessantemente bombardata, per impedire la ritirata tedesca verso il Brennero; il ponte sul Panaro della statale Bologna-Brennero venne distrutto, assieme alla stazione. Nei decenni seguenti si passò a ricostruire il nuovo ponte e spesso altre bombe sono state trovate e fatte brillare, ma stavolta sembra una cosa più importante e domenica prossima tutta la popolazione nel raggio di un km sarà evacuata per 8 ore....con limitazione assoluta di attività commerciali, di trasporto e altro.
E questi ricordi di guerra mi hanno riportato quelle immagini di uno strudel sloveno!
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Commenti
E la più fedele, un profumo o un sapore rimangono intatti in noi, malgrado il tempo!
Grazie!
Grazie per averlo condiviso.
A presto!!!